Il Regno Unito sta sempre più diventando uno stato di polizia orwelliano. Pochi mesi dopo aver vietato l’entrata nel suo territorio ad alcuni attivisti per aver propagandato materiale pro-gay nella comunità islamica, Tommy Robinson, prima fondatore del partito nazionalista inglese English Defense League, attivista e giornalista indipendente poi, è stato arrestato ieri dalla polizia con l’accusa di disturbare l’ordine pubblico durante alcune riprese fuori da un tribunale nel quale si stava tenendo il processo ad un gruppo di stupratori musulmani di ragazzine inglesi. Processato per direttissima ha ricevuto una condanna a 13 mesi di carcere che sconterà perché in libertà vigilata per un analogo caso.
Il trentacinquenne era al Crown Court di Leeds venerdì mattina e ha iniziato a trasmettere in diretta sulla sua pagina Facebook fuori dal tribunale mentre si teneva uno dei tanti processi ad una delle bande di predatori sessuali musulmani, in uno scandalo di vastissime proporzioni praticamente ignorato dai media britannici e internazionali. Scandalo consumatosi negli scorsi anni e conosciuto come “lo scandalo dei predatori sessuali di Telford” (in inglese “The Telford grooming scandal”) in cui migliaia di ragazzine inglesi, perlopiù minorenni, sono state seviziate e stuprate da gruppi di uomini di origine mediorientale e di religione musulmana.
Le immagini mostrano Robinson in manette e caricato su un furgone della polizia e lo si può sentire gridare a un conoscente: “Per favore, George, trovami un avvocato”.
Il video, girato su uno smartphone, mostra Robinson che spiega cosa sta succedendo