Sport, 28 settembre 2018

Nodari: “Quando il bus si avvicina alla Cornèr Arena è sempre speciale. Losanna? Abbiamo grandi svizzeri”

Questa sera i vodesi sfideranno il Lugano: abbiamo presentato la sfida col difensore ticinese che in passato ha difeso i colori bianconeri

LOSANNA – Una sola sconfitta incamerata in campionato al cospetto del Bienne, di quel Bienne che fino ad ora non ha fatto altro che vincere, e convincere. Altrimenti il Losanna ha lasciato soltanto le briciole ai malcapitati Friborgo e Ginevra, che hanno dovuto incassare rispettivamente 5 e 4 reti dai vodesi che si sono presentati ai nastri di partenza con grandi ambizioni, forti di una campagna acquisti di tutto rispetto. “È vero che sono partiti i nostri stranieri Danielsson e Pesonen, ma ne abbiamo abbracciati altri altrettanto forti, come Mitchell o Lindbohm, e inoltre ci siamo rinforzati alla grande per quanto concerne gli svizzeri o i giocatori con licenza svizzera”.

In effetti sono arrivati Kenins, Grossmann, Leone, Bertschy…
Ronalds sa benissimo cosa significhi vincere, è un “panzer” (ride, ndr). È un giocatore che ha un gran fisico e un gran mano. Leone è un giovane che può migliorare e darci un qualcosa in più, mentre Grossmann e Bertschy penso che non abbiano bisogno di presentazioni… Non dimentichiamoci di Vermin che fin qui è stato sfortunato a causa degli infortuni, ma se sta bene può essere determinante.

Possiamo dire che avete una squadra molto ben attrezzata?
Nell’hockey moderno non puoi più basarti soltanto sugli stranieri! Hai bisogno di due-tre linee di svizzeri molto forti e sono convinto che la nostra rosa abbia queste caratteristiche. Per ora il ghiaccio ci sta dando ragione, nonostante la sconfitta patita col Bienne in cui eravamo partiti molto bene, ma ci siamo scontrati prima contro un Hiller formato-saracinesca poi contro un po’ di malasorte in occasione dell’1-2…

Definire degli obiettivi a settembre sarebbe davvero inopportuno, ma a Losanna avete fatto le cose in grande anche dal punto di vista della guida tecnica…
L’anno scorso avevamo tanta pressione addosso per via dell’ottima regular season della
stagione precedente e l’abbiamo pagata bucando l’accesso ai playoff. Quest’anno invece siamo ripartiti con la rabbia giusta proprio per l’obiettivo mancato e vogliamo continuare sulla nostra linea, arrivando ovviamente tra le prime otto. Poi si vedrà… ed è quello che vuole anche Ville (Peltonen, ndr). Lui ha vinto da giocatore, ha trionfato da vice-allenatore e per questo sa come e cosa fare: lo si vede nei vari tipi di allenamenti, sia sul ghiaccio che al video, che prepara con il suo staff.

Questa sera tornerai a Lugano… una partita non come le altre per te. O con l’andare degli anni questa sensazione sta scemando?
No, magari la gestisci meglio, ma l’emozione è particolare. Poi quando il bus si avvicina alla Resega… ops, alla Cornèr Arena, è qualcosa di speciale per me.

Ti è sfuggito il nome Resega… in tanti a Lugano, magari perché legati al passato glorioso del club bianconero, hanno storto il naso quando la pista ha preso il nome di Cornèr Arena…
Posso anche capire che la gente si senta legata a qualcosa che ha segnato un periodo storico, o la propria infanzia o la propria giovinezza, ma è una questione legata agli sponsor che riguarda tutte le formazioni dell’hockey svizzero e non solo. La Lega ti invita a trovare queste soluzioni, inoltre il Lugano per esempio porta il nome del suo sponsor in giro per l’Europa tramite la Champions Hockey League e questo ti favorisce dal punto di vista economico. Succederà la stessa cosa qui alla nuova Malley...

Dovessi fare bene col Losanna, un pensiero a una chiamata da parte di Fischer lo faresti?
Da quando sono piccolo ho sempre detto che uno dei miei sogni sarebbe indossare la maglia della Svizzera anche per un’ora, per un allenamento… chiaro che se lavorerò bene, se lavoreremo bene di squadra e i risultati dovessero arrivare, allora ci spererò.

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