AUCLKAND (Nuova Zelanda) – Le quotazioni dei bookmakers non dicono tutto, ma spesso possono dare il quadro di una situazione prima di una partita. E se la vittoria elvetica contro la Spagna negli 1/8 di finale del Mondiale femminile era quotata 15… qualcosa avrà pur potuto dire. E in effetti sul manto erboso dell’Eden Park di Auckland si è capito quanto differenza esiste ancora tra la nostra Nazionale e quella iberica. Il 5-1 finale in favore delle spagnole è eloquente ma non spiega neanche del tutto il clamoroso divario che esiste tra le due compagini.
Alle ragazze del selezionatore Vilda sono bastati meno di 45’ per annientare ogni speranza di Bachmann e compagne e per mettere in cassaforte il passaggio ai ¼ di finale della Coppa del Mondo. Non è neanche servita l’ottima prestazione della Thalmann – all’ultima partita in carriera – e la clamorosa autorete della Codina. La stessa numero 4, la Bonmati (doppietta), la Redondo Ferrer e la Hermoso hanno semplicemente trasformato in oro ciò che la Spagna è stata in grado di dimostrare e creare sul campo.
74% di possesso palla, 25 tiri tentati, 9 in porta, 9 fuori dallo specchio: sono statistiche eloquenti in favore delle iberiche, che evidenziano quanta strada deve ancora fare la nostra Svizzera per provare a giocarsela contro le grandi squadri del palcoscenico calcistico femminile mondiale. Ora è il momento di fare armi, bagagli e di tornare in Patria, riflettendo su ciò che è mancato e su quanto di buono è stato fatto, anche perché, al netto della scoppola subita ieri, anche il solo passaggio del turno è stato un passo importante per l’intero movimento elvetico.