Svizzera, 22 luglio 2020
Quasi la metà dei criminali stranieri non viene espulsa (tra cui pedofili e stupratori)
Quasi la metà dei criminali stranieri condannati in Svizzera non viene espulsa. Dieci anni dopo la sua introduzione, l'iniziativa per l'espulsione dei criminali stranieri non viene attuata, denuncia l'UDC che aveva promosso il testo.
L'UDC accusa il Consiglio federale e i partiti di centro-sinistra di aver introdotto una clausola di rigore che è stata fatta diventare la norma, con i procuratori e giudici si avvalgono di questa clausola in quasi la metà dei csi, il 42 per cento. "Sono parecchie eccezioni", commenta ironico l'ex consigliere nazionale Adrian Amstutz (BE), per il quale l'iniziativa "non vale niente".
"Le nostre leggi dicono che non c'è posto in Svizzera per i richiedenti asilo respinti, i criminali e i truffatori del sistema sociale", ha detto. Ma ai tribunali non importa".
Il primo partito svizzero rimarca come nel 2019, sono 1183 i criminali scampati all'espulsione, tra cui 10 stupratori, 99 spacciatori di droga, 36 combattenti
violenti, 22 pedofili e 16 rapitori, ha detto il consigliere nazionale Thomas Aeschi. "Perché dovrebbero rispettare la legge se non lo fanno anche i tribunali", si chiede lo zughese.
"Meno del 5% degli stranieri che hanno frodato le assicurazioni sociali ha dovuto lasciare il paese. Questo non solo costa caro alla società", ha denunciato da parte sua la consigliera nazionale zurighese Barbara Steinemann. "Questi crimini distruggono la fiducia dei cittadini nelle istituzioni sociali e minacciano la solidarietà".
E gli oratori hanno ricordato che la maggior parte della criminalità e della violenza è importata. Più del 70% della popolazione carceraria è straniera, ha ricordato Thomas Aeschi.
L'UDC chiede pertanto la cancellazione della clausola di rigore. Se gli interventi parlamentari presentati in tal senso non dovessero raggiungere questo obiettivo, il partito valuterà se sia opportuno avviare una nuova iniziativa popolare a tal fine.