Gli svizzeri bevono sempre meno alcolici. Infatti, secondo l'Ufficio federale dell'agricoltura, nel 2024 il consumo di vino è diminuito di quasi l'8% rispetto al 2023. Per il vino svizzero il calo è addirittura del 16% e a consumarne di meno sono soprattutto i giovani. Queste cifre sono state accolte sia con soddisfazione che preoccupazione in Parlamento.
Il ministro dell'Agricoltura Guy Parmelin ha risposto chiedendosi se i fondi del Parlamento fossero utilizzati saggiamente. Non si tratta di costringere le persone a bere se non vogliono, "anche se vorrei che bevessero di più", ha aggiunto l'enologo professionista durante un dibattito svoltosi l'ultima settimana della sessione estiva. "Come possiamo rilanciare i consumi, in particolare dei vini svizzeri?" si è chiesto Parmelin.
Per la Consigliera nazionale Manuela Weichelt (Verdi/ZG), l'auspicio di Parmelin è totalmente fuori luogo: "L'Ufficio federale della sanità pubblica e i Cantoni stanno investendo molti soldi e risorse per garantire che i giovani non bevano alcolici e che gli adulti bevano meno. Poi, all'improvviso, arriva un Consigliere federale di un altro dipartimento che invita la popolazione a bere vino", critica la zughese.
Weichelt ritiene alquanto discutibile il comunicato stampa dell'Ufficio federale dell'agricoltura: l'ufficio ha descritto il calo del consumo di vino svizzero come una "tendenza preoccupante". Secondo lei, si tratta di un attacco frontale agli sforzi pubblici per prevenire e ridurre i costi della sanità. "Mi aspetto che un Consigliere federale abbia una visione globale e non si sottometta a interessi particolari."
Il consigliere nazionale Benjamin Roduit (Centro/VS), ha un'opinione completamente diversa sulla situazione. Sebbene dal 2023 siano stati stanziati nove milioni di franchi per promuovere il vino svizzero, nonostante l'aumento della pubblicità, il suo consumo è in calo.
Ecco perché sono necessarie ulteriori misure per rafforzare la quota di mercato del vino svizzero, ritiene Roduit. Durante l'ora delle domande della sessione estiva, il deputato vallesano ha chiesto di prendere in considerazione una quota di importazione per i vini stranieri.
Per Parmelin questa opzione non è però nemmeno concepibile, perché non comporterebbe né una riduzione delle quantità importate nell'ambito della quota, né un aumento dei prezzi. Anche Weichelt respinge questa idea, ma per ragioni diverse: "Bisognerebbe incoraggiare la prevenzione, non il consumo di vino", afferma. “Essere colpiti da malattie cardiovascolari bevendo vino vodese o francese non cambia nulla!”