Con 283 reati nel 2017, rispetto a 166 un anno prima, il canton Vaud ha visto un aumento del 70% del numero di casi di violenza contro agenti di polizia in un anno. Una tendenza che si rispecchia anche a livello nazionale, in Svizzera infatti nel 2017 sono state registrate 3'102 aggressioni a poliziotti, quattro volte di più che nel 2000 quando erano ancora 774.
In un servizio sul tema, la televisione romanda RTS ha raccolto diverse testimonianze di poliziotti aggrediti durante l'esercizio della propria funzione.
Come Quentin, agente vodese che durante un controllo stradale di routine è stato aggredito con calci e sputi.
"Per me è peggio di un insulto, anche se so che se la prendono con l'uniforme, personalmente lo prendo come un insulto", ha detto in una testimonianza trasmessa domenica sulla RTS.
Un clima sempre più teso
"È la nozione di rispetto per l'uniforme, la forza pubblica,
ci sono una serie di valori che si vanno perdendo a questo livello", racconta Stéphane Dumoulin, poliziotto di Losanna, il quale racconta di un clima "sempre più teso" in seno al corpo di polizia vodese.
Per Frédéric Maillard, psicologo che si occupa di seguire i poliziotti vodesi, il problema è anche di formazione. “Molti agenti che incontro credono che il loro sia un compito fisico e che più che altro devono essere pronti a combattere” mentre secondo Maillard bisognerebbe puntare di più sulla psicologia e sulla capacità di mediare verbalmente.
Anche la politica sta cercando di affrontare il problema. In marzo di quest'anno il Consiglio nazionale ha infatti accolto una mozione della consigliera Sylvia Flückiger (UDC/AG) volta a inasprire le pene in caso di aggressione contro funzionari pubblici. Secondo Flückiger delle possibili misure dissuasive sarebbero vietare le pene sospese e notificare al datore di lavoro dell'aggressore l'accaduto. Il Consiglio degli Stati si deve ancora pronunciare.