Opinioni, 28 novembre 2018
Philipp Plein, quanta panna montata: stesso interesse anche per i reali abusi?
Interrogazione dei deputati della Lega dei Ticinesi Maruska Ortelli, Massimiliano Robbiani e Felice Campana al Consiglio di Stato
I media negli scorsi giorni strafogavano di prese di posizione, commenti, azioni politiche in risposta alla campagna pubblicitaria dello stilista Philipp Plein. Al centro della contestazione è stato il contenuto delle immagini promosse dall’azienda di moda per pubblicizzare il “Black Friday”.
Premesso che una reazione umana di fronte a messaggi forti e di dubbio gusto è comprensibile, quanto è invece successo e continua a succedere ha sicuramente oltrepassato il limite dell’accettabile. Oltre alle esternazioni di alcuni politici al limite dell’isterismo, è prima stata lanciata una raccolta firme dal gruppo Donne Uss e dal Coordinamento Donne della sinistra per vietare l’affissione dei manifesti (mai apparsi sul suolo Cantonale), e poi presentata un’interrogazione al Governo che insinua un presunto
“incitamento al femminicidio”. Cosciente che la campagna elettorale è iniziata, ma sembra si stia esagerando non poco.
Mai si è vista in questo Cantone una simile mobilitazione nella difesa dei diritti femminili; nemmeno di fronte agli innumerevoli abusi carnali successi recentemente nei centri d’asilo.
Ciò premesso, l’interrogante chiede al lodevole Consiglio di Stato quanto segue:
1. Il Consiglio di Stato ha evidenziato delle illegalità nella campagna pubblicitaria di Philipp Plein?
2. Qualora la casa di moda dovesse decidere di esporre dei manifesti simili ritiene il Consiglio di stato opportuno censurarli?
3. Quanti abusi sulle donne e sui bambini sono stati commessi negli ultimi anni? Quanti di questi da stranieri? Quanti da richiedenti d’asilo?