E a dirla tutta, sugli spalti della Cornèr Arena c’era la voglia di mangiarsi le mani, la mascherina e tutto il possibile perché la truppa di Pelletier, tornata a respirare aria di casa e di tifo – fin quando sarà possibile, al momento non è dato saperlo – avrebbe serenamente potuto brindare al ritorno sul ghiaccio con 3 punti, invece dei 2 conquistati grazie al guizzo di Arcobello all’overtime. Un overtime, in cui – a essere onesti – il Lugano ha subito per 1-2’ il gioco del Davos, che si era conquistato il diritto di giocarsi il punto supplementare grazie alla rete di Nygren a 2” dall’ultima sirena.
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Questo anche perché i bianconeri hanno mostrato quei pregi e difetti che avevano già denotato a inizio stagione: in attacco Arcobello e compagni creano, giocano, si trovano a meraviglia… ma spesso manca l’ultima stoccata. E… chiamate arbitrali al limite – leggasi penalità dubbia inflitta a Nodari nel primo periodo e quella non fischiata a Boedker a pochi istanti dal 60’ – se non la butti dentro appena puoi, se non riesci a gestire il ritorno degli avversari, anche per alcuni problemi in fase difensiva… poi soffri.
E se a questo aggiungiamo una condizione fisica che OVVIAMENTE non poteva essere ottimale, viste le 2 settimane di mancanza del ritmo partita… Ma in ogni caso questo Lugano fa davvero ben sperare: vedere il gioco lineare e fluido che Il Fazz e i suoi disegnano sul ghiaccio, la voglia e la cattiveria con cui chiunque prova a lanciarsi su ogni disco come se fosse l’ultimo della stagione, il forechecking alto e produttivo e il powerplay che a momenti incanta… beh, sono tutti elementi che non possono non far sognare un po’ i tifosi bianconeri. Sogni che, si spera, potranno essere vissuti ancora a lungo direttamente sugli spalti e non sul divano di casa…
Questo anche perché i bianconeri hanno mostrato quei pregi e difetti che avevano già denotato a inizio stagione: in attacco Arcobello e compagni creano, giocano, si trovano a meraviglia… ma spesso manca l’ultima stoccata. E… chiamate arbitrali al limite – leggasi penalità dubbia inflitta a Nodari nel primo periodo e quella non fischiata a Boedker a pochi istanti dal 60’ – se non la butti dentro appena puoi, se non riesci a gestire il ritorno degli avversari, anche per alcuni problemi in fase difensiva… poi soffri.
E se a questo aggiungiamo una condizione fisica che OVVIAMENTE non poteva essere ottimale, viste le 2 settimane di mancanza del ritmo partita… Ma in ogni caso questo Lugano fa davvero ben sperare: vedere il gioco lineare e fluido che Il Fazz e i suoi disegnano sul ghiaccio, la voglia e la cattiveria con cui chiunque prova a lanciarsi su ogni disco come se fosse l’ultimo della stagione, il forechecking alto e produttivo e il powerplay che a momenti incanta… beh, sono tutti elementi che non possono non far sognare un po’ i tifosi bianconeri. Sogni che, si spera, potranno essere vissuti ancora a lungo direttamente sugli spalti e non sul divano di casa…
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