Sport, 06 settembre 2022

Il re incoronato in Ticino: “Sotto il segno del rispetto”

La Prima Festa Cantonale Ticinese di Lotta Svizzera si terrà a Cadenazzo il 17 settembre

CADENAZZO - "Se parliamo della lotta il Lei non esiste, dobbiamo darci del tu”, comincia così il nostro incontro con Edi Ritter, Presidente dell’Associazione ticinese di Lotta svizzera. Lo contattiamo per l’appuntamento del prossimo 17 settembre, ma non solo. Vorremmo capire da dove nasce questo ancestrale incontro di due uomini che misurano la loro virilità sopra un campo di segatura. 


Edi, prima di tutto, spieghiamo come funziona la lotta svizzera. In Ticino, se non sbaglio, è seguita dal 20-30% della popolazione, in altri cantoni invece è una “religione”… 
È molto semplice: la lotta svizzera (schwingen) è composta da due avversari che effettuano prese e spinte ben precise. L’obiettivo è quello di mettere sulla schiena, o fare appoggiare le spalle sulla segatura, l’avversario. La lotta svizzera dunque è molto diversa da un “combattimento” soprattutto per il fatto che tutte le prese sono predeterminate. I lottatori, non dimentichiamolo, indossano maglie, camicie e pantaloni lunghi su cui si indossa un pantaloncino da lottatore in fustagno resistentissimo. Le gambe dei pantaloni da lottatore sono poi arrotolate in maniera da formare una presa. Solo così, solo avendo le mani “in presa”, la mossa può definirsi valida. Questo per rimanere un po’ nel tecnico. Ma la lotta è qualcosa di più, è quasi una magia che si svolge sotto il segno del rispetto. Anche in Ticino dovremmo capire che siamo in Svizzera, dunque anche questa lotta fa parte del Canton Ticino. Ci vuole più interesse, come stai dando tu grazie allo spazio dedicato sul tuo giornale. Per riuscire a lottare ad alto livello si deve avere una ricchezza di colpi incredibile. Per un lottatore di successo è indispensabile imparare diverse mosse nelle relative combinazioni. In origine si conoscevano solo alcune mosse, oggi sono più di 100 quelle riportate nel manuale di lotta svizzera. Le cinque mosse principali si chiamano Brienzer, Bur, Hüfter, Kurz und Übersprung.


Ma come nasce questa nostra tradizione?
Parliamo sempre di festa. Una volta, oltre 500 anni fa, i cittadini avevano un po’ paura di quegli omoni, burberi che abitavano sugli alpeggi. Allora, per misurare la loro forza, si era deciso di fare una festa e di vedere chi era il più forte tra tutti loro. In questo modo non c’erano uccisioni, ma solo una prova che finiva con un bicchiere di birra o di vino e un bel pasto. Infatti, anche se le radici della lotta svizzera non hanno una data di origine stabilita, la tradizione è stata tramandata fino ad oggi. Una prima rappresentazione risale al XIII secolo, nella Cattedrale di Losanna, e ritrae già la tipica presa dei due lottatori. Nella Svizzera centrale e nel Mittelland, per esempio, il tipico pantalone faceva già parte della cultura. In occasione di numerose feste alpestri e da osteria, si lottava per un pezzo di stoffa per pantaloni, per una pecora o per altre materie prime. Capite la bellezza di questo sport? Per non parlare della fama data dalla vittoria che restava oltre il vero e proprio premio. Un rilancio della lotta svizzera ci fu alla prima Festa dei pastori delle Alpi a Unspunnen nel 1805, in un’epoca in cui la Svizzera era sotto il dominio francese. Lo scopo era chiaramente quello di rafforzare il senso di appartenenza alla nazionalità
svizzera. Nel XIX secolo, gli insegnanti di ginnastica portarono la lotta svizzera nelle città. Dalla lotta originaria tra pastori e contadini nacque così uno sport nazionale svizzero. E adesso arriverà, per la prima volta in Ticino, una festa che porterà una corona al vincitore: la prima con il simbolo Ticinese, sarà ambitissima. 


Dunque per la vostra Associazione sarà un bell’impegno.
Cominciamo con il dire che la nostra Associazione di lotta svizzera è nata dieci anni fa, e ogni anno facciamo una gara, una festa di lotta, ma non con il livello per i coronati. Adesso che siamo entrati a far parte dell’Associazione nazionale, abbiamo potuto organizzare una festa cantonale. Tutte le associazioni cantonali della Svizzera possono venire e partecipare. Organizzarla tutti gli anni per noi sarebbe veramente davvero difficile: ci vogliono molti sponsor, non costa poco muovere tutte le persone che ruotano attorno a un evento del genere. Arriveranno 200 lottatori. Il 50% di loro hanno già vinto una corona, federale, regionale, o cantonale. Abbiamo già venduto online oltre 1’600 biglietti. Se arriviamo a 2'500 sarebbe una cifra dove dico: WOOOW! Il bello è che arriveranno da tutti i Cantoni. 


Parliamo anche di premi, oltre alla tradizionale corona che andrà sulla testa di un solo re. Di solito sono premi “in natura”. Hai pensato a qualcosa di diverso per la festa che si terrà in Ticino?
Di solito si vince un toro, un piccolo vitello, un cavallo, una mucca, un asino, una pecora… e via dicendo. Ho subito detto di no: ripeto, trovare uno sponsor è veramente difficile e regalare un animale costa veramente un sacco di soldi. Allora abbiamo pensato di dare un premio ricordo. Per questo motivo dal primo all’ultimo vinceranno un sasso di granito (una cosa dura, e resistente nel tempo come il nostro sport) con sopra una statuetta con due lottatori in stile molto moderno. Sai adesso i tempi sono cambiati: nelle cuffiette non c’è la musica folkloristica che passa, ma magari un rapper. I lottatori sono giovani, fanno parte di quest’epoca, di questo mondo che cambia. Ma alcune tradizioni, come la lotta, non cambieranno mai… spero! 


Anche i valori non cambiano…
Assolutamente no, dici bene. Se notate quando un avversario viene schienato, il vincitore gli pulisce la schiena dalla segatura e gli stringe la mano guardandosi negli occhi. Inoltre, guai andare contro un arbitro a muso duro. C’è rispetto. Puoi magari tenertelo dentro di te il malessere (sorride, ndr). Al massimo puoi andare a vedere al tavolino dei giudici quello che è successo, ma devi stare in silenzio. Come diciamo noi tedeschi, te lo traduco un po’ in italiano, bisogna fare a pugni dentro le tasche. Anche gli arbitri sono in una situazione difficile, non possono vedere tutto. Sai non possiamo pensare di avere la VAR: invece di un giorno di festa passiamo tre giorni a guardare filmati. Alla fine se uno perde… ha perso. Ci vuole concentrazione.


Le speranze per un ticinese di vincere? Una piccola provocazione…
La corona, sai, è appesa molto molto in alto (ride, ndr).

MAURO BOTTI

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