“Non è stato facile ma alla fine, dopo tanti sforzi e tanta sacrifici, sono tornato a giocare: e la mia prima partita è stata proprio contro i bernesi” ci ha detto nei giorni scorsi al telefono. Con lui abbiamo parlato della sua avventura-disavventura in quel di Olten, delle prospettive del club in vista dei playoff, del suo futuro e pure delle squadre ticinesi di National League.
Sfortuna: “Ne ho avuto tanta in questa stagione. Definirla tribolata non è affatto azzardato. Come ho detto, da agosto via è stato un vero e proprio calvario. Avevo riposto molte speranze per questo campionato e invece non è andata benissimo, anche se ora ho finalmente ripreso a giocare. E chissà che nella post season non riesca a togliermi qualche bella soddisfazione”.
Contratto: “Dopo l’esperienza triennale in Leventina sono sceso di categoria senza alcun problema. Sapevo che avevo un’occasione per avere più ghiaccio e per ritagliarmi uno spazio importante. Ho firmato per un anno e penso che prima della fine di questo campionato rinnoverò il contratto. Stiamo già discutendo con il direttore sportivo Grieder (ex Ambrì) per allungare la mia permanenza. Ne sarei contento”.
Olten: “Qui mi trovo benissimo. Del resto avevo già giocato nel 2015. La città è carina e a misura d’uomo; l’ambiente è ottimo e il pubblico è molto caloroso. Abbiamo una media di oltre tremila spettatori a partita. Ottima per la lega cadetta. Recentemente abbiamo giocato il derby contro il Langenthal e ce n’erano quasi cinquemila”.
Derby: “ Anche da noi c’è un derby. Non è come quello ticinese ma è comunque molto sentito. Peccato che dalla prossima stagione sparirà dalla geografia dell’hockey nazionale. Il Langenthal ha infatti chiesto di scendere di una categoria (in My Sports, la Prima lega Elite) perché non è più in grado di sostenere i costi della Swiss League. Credo che alla base di ciò ci sia anche la bocciatura da parte del popolo del progetto di una nuova pista. Niente pista, niente investitori. E quelli che c’erano prima se ne sono andati”.
Compagni: “Qui ad Olten ci sono tanti ex giocatori di Lugano e Ambrì. Antonietti, Haussener, Hächler, Lhotak e Horansky... Una vera e propria colonia. Tutti elementi buoni, che stanno facendo valere la loro esperienza acquisita negli anni di National League. In particolare Horansky. Ad Ambrì non ha avuto molta fortuna. Ma forse un giorno riavrà ancora una chance. Sono convinto che abbia le qualità per stare anche nella massima serie”.
Il coach: “Con Lars Leuenberger mi trovo bene. È molto preparato ed ha un buon rapporto con i giocatori. Lo conosco dai tempi delle nazionali giovanili. Con lui siamo in buone mani. Del resto, ha vinto un titolo con il Berna da head coach al suo esordio da allenatore. Una buona referenza”.
Favorito: “Chi vincerà il campionato cadetto? Bella domanda. In questo momento credo che noi e lo Chaux de Fonds siamo le squadre più attrezzate. Del resto lo attesta la classifica. I neocastellanihanno una rosa molto competitiva. Ma non dimenticherei anche il Visp, che sinora ha un po' deluso ma che nei playoff potrebbe far bene e, anche, il Langenthal. È vero: la squadra bernese sa già che la prossima stagione giocherà in My Sport League ma proprio per questo motivo, per dimostrare a tutti che sul ghiaccio può essere competitiva, cercherà di arrivare sino in fondo. Potrebbe essere la mina vagante”.
Obiettivo: “Ad inizio stagione la società aveva comunicato di voler vincere il campionato cadetto. Ma non ha posto come obiettivo assoluto la promozione nella massima serie. Se arriverà, tanto meglio, altrimenti non faremo drammi e ci proveremo la prossima stagione. Siamo sereni e consapevoli del nostro ruolo”.
Playoff: “ Vincere il campionato significherebbe affrontare l’ultima di National League che, salvo sorprese, dovrebbe essere l’Ajoie, una squadra che comunque ha dimostrato di poter giocarsela con tutti in Nationale League e non è più il materasso della scorsa stagione. Ma in una serie alla meglio delle 7 partite, direi che noi e lo Chaux de Fonds abbiamo buone possibilità di imporci, soprattutto per una questione mentale. La squadra di A ha tutta la pressione sulle sue spalle. Non è facile e scontato gestirla”.
Le ticinesi: “Le seguo sempre con interesse. Il Lugano non è ancora riuscito a liberarsi dai mali che lo affliggevano ad inizio stagione e per Luca Gianinazzi non è semplice gestire una situazione che ha ereditato da altri. Ma lui ha le competenze per guidare la squadra fuori dalla tempesta, anche se il finale di torneo non sarà semplice. L’Ambrì per contro ha una forza interiore incredibile. Non è mai morto e secondo me ora ha pure la mentalità giusta per ottenere risultati. Pre-playoff alla portata”.
Miracolo: “Lo scorso anno la squadra biancoblù compì un vero e proprio miracolo recuperando una decina di punti al Berna nel finale di regular season e qualificandosi ai preplayoff. Anche quest’anno ci sarà da battagliare ma Cereda e soci sono messi bene”.
Luca Gianinazzi: “Lo conosco benissimo. Abbiamo giocato assieme una quindicina di anni nel Lugano, dalla sezione giovanile in poi. È un ragazzo appassionato di hockey, al quale auguro di poter raggiungere i suoi obiettivi con i bianconeri, anche se non sarà semplice. Alla Corner Arena la pressione è sempre moltissima”.
Finale: “A Olten la gente è carica. Si aspettano un finale di campionato all’altezza delle sue aspettative. Noi ci crediamo. E se poi dovessimo giocarci la promozione, meglio ancora. Spero comunque non contro una ticinese: sarebbe incredibile e in fondo non lo spero affatto (ride, ndr).
M.A.