Sport, 20 maggio 2024

“Ermotti, presidente-tifoso: porta energia e conoscenze”

Virginio Prisco, DG del Collina d’Oro ormai lanciato verso la promozione

LUGANO - Con la sconfitta di mercoledì scorso del Locarno contro lo Zugo, il Collina d’Oro del presidentissimo Sergio Ermotti è ormai ad un passo dalla promozione diretta in Prima Classic. I verbanesi non sono ancora tagliati fuori, ma per salire di categoria dovranno fare il maggior numero di punti da qui alla fine del campionato: le due migliori seconde classificate accedono infatti alla categoria superiore. Del club luganese, un tempo US Gentilino, del suo boss e della filosofia societaria abbiamo parlato conVirginio Prisco, direttore generale. Di origini campane e cresciuto a Mendrisio, ha ottenuto il diploma di consulente fiscale ed aziendale con varie specializzazioni del settore conseguite tra Zurigo e Ginevra. Grande appassionato di calcio, dopo la trafila nel settore allievi del FC Mendrisio, ha giocato a Coldrerio, nel Castello e quindi nel Vernate-Magliaso e nel Rapid Lugano, del quale è poi diventato DS sotto la presidenza di Claudio Rusconi. Prisco vanta una fruttuosa e brillante esperienza anche nel Malcantone al fianco di Cio Monti, con il quale ha lavorato in due tempi distinti (rifondando anche la squadra) prima di approdare dallo scorso anno al Collina d’Oro, la sua nuova sfida sportiva. 


Collina d’Oro: una squadra, un club ma anche una grande famiglia. È ancora possibile nel calcio moderno che i valori prevalgano?
Senza voler aggiungere elementi banali alla sua osservazione, mi limito a menzionare un ulteriore aspetto, forse quello che mi galvanizza di più sportivamente: il gruppo. Sì, è possibile; il nostro calcio lo permette ancora e speriamo continui a farlo anche in futuro. In un mondo esasperato, è ancora questo l’elemento che lo sostiene, animando l’importante lavoro dei volontari e degli appassionati. Il nostro, poi, è un gruppo di amici.


Lei è direttore generale: come si organizza un club come il vostro?
La categoria (Seconda interregionale) richiede un marcato senso organizzativo: l’impostazione socie- taria deve essere chiara, con ruoli e mansioni debitamente suddivisi, possibilmente in base alle capacità e affinità dei singoli membri del comitato (suddivisione per aree di competenza). Tuttavia, l’organizzazione da sola non è sufficiente; la visione, gli obiettivi, la strategia e soprattutto il percorso per raggiungere quanto prefissato sono fondamentali. In definitiva, ci si organizza come una piccolamedia impresa. Il presidente traccia la via, proponendola al comitato. Da quel momento, parte la macchina organizzativa: il direttore generale, avendo una visione d’insieme, organizza il club gestendo i vari compiti, gli oneri amministrativi e finanziari; il gruppo marketing & sponsoring si attiva per la raccolta delle partecipazioni dei nostri sostenitori; il direttore sportivo si occupa della composizione e della gestione dello staff tecnico e dei giocatori; il team manager organizza trasferte e tutto quanto è di supporto alla squadra, ecc.


Con un presidente come Sergio Ermotti, tutto sembra più facile… 
Un presidente come il nostro non passa sicuramente inosservato e porta in dote oneri e onori. Il suo sostegno è indubbiamente un ‘plus’, così come il suo sguardo attento e le sue osservazioni puntuali, mai banali. La sua visione, sempre nitida, spinge ciascuno di noi a dare il meglio. Come dicono i veri leader, è essenziale essere sempre ‘focused’; ciò non è semplice, dato che non siamo professionisti. Anche l’impronta del club non può essere trascurata; abbiamo, e aggiungo, dobbiamo mantenere, un certo modo di presentarci e di comportarci. Siamo sicuramente privilegiati e, allo stesso tempo, riconoscenti per la sua vicinanza. Personalmente, sono grato per l’opportunità che mi ha concesso di fare un po’ di strada al suo fianco. Questo sentimento è condiviso anche dalle personalità del club, dagli imprenditori e, naturalmente, da tutti i nostri sponsor e sostenitori.


Quale incidenza ha Sergio nella società? Immaginiamo non solo economica, essendo lui un ex calciatore 
Da ex giocatore e conoscitore di calcio, Sergio ‘vede’ la partita e, sugli spalti, è molto attento a quanto succede sul campo di gioco; non ama particolarmente le distrazioni mentre osserva il suo Collina. È un presidente-tifoso, e questo è normale, ma allo stesso tempo mantiene sempre rispetto nei suoi giudizi e nelle valutazioni, quando le esprime. Come tutti gli amanti del bel gioco, non si accontenta solo del risultato. Ripeto forse un concetto chiave: per lui, in tutte le cose, è importante abbinare il risultato al percorso per raggiungere l’obiettivo, perché questo fa la differenza.


Quali sono i vostri obiettivi?
Dopo la sconfitta interna del Locarno contro lo Zugo, non ci nascondiamo, come del resto non abbiamo mai fatto nel passato. Vogliamo arrivare fino in fondo. Stiamo spingendo forte: i ragazzi sono carichi, lo staff è concentrato e la società ci supporta pienamente.


Inoltre avete un centro sportivo che fa invidia…
Il centro sportivo di Collina rappresenta uno degli investimenti più significativi finanziati dal Comune negli ultimi anni. Si tratta di una struttura polifunzionale, pensata non solo per il calcio, ma per tutte le associazioni del paese e per la popolazione in generale. Grazie all’ottimo rapporto con il Municipio, stiamo lavorando per migliorarlo ulteriormente con piccoli accorgimenti, in modo da adattarlo alle crescenti esigenze emerse negli ultimi campionati. È importante ricordare che il Collina d’Oro è salito in Terza Lega e poi in Seconda Lega interregionale in pochissimi anni. Per noi, fare del centro la nostra “casa” è stato fondamentale.


Con il settore giovanile come siete messi?
Nonostante oggi sia sempre più difficile coinvolgere i giovani nel mondo del calcio, a causa delle molte distrazioni proposte dalla società moderno - un fenomeno che, in verità, tocca tutti gli sport - il raggruppamento Insema, uno dei più importanti del Luganese, sta facendo un lavoro di grande qualità. Le società che guidano il raggruppamento sono distribuite su più categorie e sono diverse tra loro, offrendo così la possibilità a tutti i tesserati di trovare uno sbocco anche dopo l’iter formativo della sezione allievi. Il nostro intento è quello di dare sempre più importanza ai nostri giovani, i quali però devono dimostrare attaccamento, senso di appartenenza, capacità e impegno. Le opportunità ci sono, ma nulla deve essere dato per scontato.


Tornando alla prima squadra: in rosa avete elementi come Russo, Guarino, Rossini e Magnetti.
Certo, ci sarebbero anche altri nomi da elencare, tuttavia quelli che ha menzionato sono giocatori già ben noti e che certamente non necessitano di presentazioni particolarmente elaborate.


Cosa portano al club e alla squadra questi giocatori?
Portano qualità ed esperienza al servizio dei giovani, dello staff e anche della dirigenza. Queste personalità sono elementi “faro” per il gruppo, innalzano il livello generale grazie alla loro professionalità sportiva, come pure comportamentale. Sono veri leaders, uomini di valore.


Fra le figure caratteristiche del club troviamo Flavio Varisco e pure Nicolò Casolini.
Flavio Varisco, uomo e memoria storica del club, è una vera e propria enciclopedia portatile. Custode di molti cimeli e aneddoti legati al club, è un attento osservatore e conoscitore del calcio, nonché un critico senza paura. Ricopre il ruolo di redattore del nostro Balon d’Or. Il giornalista Nicolò Casolini supporta il direttore sportivo, Niccolò Rossi, nell’area tecnica. Nonostante i suoi numerosi impegni televisivi e radiofonici, che spesso coincidono con le nostre partite, è sempre presente con pensieri, messaggi e telefonate. È una grande risorsa per noi, specialmente per gli eventi extra calcistici di networking con sponsor, amici, soci e simpatizzanti.

MDD

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