Sport, 23 maggio 2024

La Danimarca è campione: e non doveva neppure esserci!

Jugoslavia esclusa, vichinghi ripescati e clamorosamente vincenti. Il dramma di Vilfort

LUGANO - Sono gli Anni delle guerre balcaniche e di Mani Pulite. Ma anche degli attentati mafiosi che costano la vita ai giudici Falcone e Borsellino. La Jugoslavia, intanto, si sta sbriciolando: i moti secessionisti spaccano il paese e anche nello sport avvengono cambiamenti stravolgenti. Nel calcio, per esempio, una risoluzione delle Nazioni Unite esclude Belgrado dagli Europei del 1992 e ripesca la Danimarca, che nel girone eliminatorio aveva chiuso dietro agli slavi. La causa? L’assedio di Sarajevo che ha provocato i primi massacri, come quello del mercato di Markale; l’opinione pubblica apprende per la prima volta la situazione in Bosnia Erzegovina e le atrocità dell’esercito serbo-bosniaco. Tornando al campionato europeo: è in programma in Svezia a giugno e come detto la Jugoslavia viene bandita, al suo posto dentro la Danimarca. I giocatori vichinghi, che si trovano in giro per le spiagge europee per le meritate vacanze, vengono richiamati in fretta e furia dal tecnico Møller Nielsen. La squadra viene allestita in poco tempo e sa già che la sua avventura, dicono i soloni della pelota, durerà poco, visto che si trova inserita nel gruppo della Francia diretta da Michel Platini (imbattuta nelle eliminatorie), l’Inghilterra e la Svezia paese ospitante. 


Alla vigilia dell’ultima partita del raggruppamento, i danesi (pari contro gli inglesi e sconfitta contro i padroni di casa) hanno poche speranze di passare il turno. Per spuntarla dovrebbero battere la Francia e la Svezia sconfiggere l'Inghilterra. E così succede e i danesi, quasi per caso, arrivano a disputare la semifinale: adesso tutti cominciano a temerli. Anche coloro che parlavano di “Danimarca improbabile”devono ricredersi. E al penultimo atto della competizione, Schmeichel e soci si trovano di fronte l'Olanda, detentrice del trofeo vinto quattro anni prima in Germania. Møller Nielsen sa di avere tanta qualità in rosa ma non un gruppo vero: così si inventa una serata al ristorante e compattal'ambiente. I vari Gullit, Rijkaard, Van Basten, Bergkamp e Koeman se ne renderanno conto: la sfida finisce 2-2 e ai rigori il Cigno di Utrecht sbaglia il suo, regalando la finale ai danesi. Schmeichel è il super eroe: alla fine i suoi compagni lo sommergono in un abbraccio che dice tutto. E adesso sotto con i tedeschi, che presentano in squadra alcuni reduci dal Mondiale italiano del 1990.


La Danimarca ripropone uno Schmeichel formato extra lusso: sforna parate memorabili e regala sicurezza e tranquillità ai suoi. Ci pensano poi Jensen e nel finale Vilfort ha disegnare il trionfo: 2-0. Kim scoppia a piangere, un po’ per la felicità, un po’ per la disperazione. Ha appena messo il sigillo ad una delle imprese più pazzesche della storia del calcio, ma sa che dopo le celebrazioni, c’è da combattere un’altra sfida, che purtroppo sarà persa qualche settimana più in là. Ma intanto la Danimarca a sorpresa è campione d’Europa.  La favola si è realizzata.


Kim Vilfort, centrocampista danese, ha una bambina malata di leucemia. Si chiama Line e si trova in ospedale. Prima e dopo le partite degli Europei, il papà torna in patria per assisterla. Appena può, lascia il ritiro della sua squadra in Svezia e percorre il breve tragitto che lo separa dalla Danimarca per andare al capezzale della figlia. E proprio in una di queste visite, la bambina gli chiede di non rinunciare all’Europeo. “Promettimi – chiede al padre – che vincerai il trofeo”. Lui le dice di sì con un sorriso. Alla fine manterrà la promessa ma Line morirà un mese dopo la grande impresa dei danesi. “È stato terribile ma non ho problemi a parlarne, fa parte della mia vita. La sua malattia ha avuto un corso. Si è ammalata nove mesi prima dei campionati europei, non durante, e avevamo pensato che sarebbe guarita”, disse Vilfort ai microfoni della TV danese qualche tempo dopo.


JACK PRAN

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