Sport, 04 luglio 2024

Pennellate di Giotto (Morandi) per abbellire il Grasshopper

Nostra intervista con il fantasista ticinese, da ormai 7 anni a Zurigo

LUGANO - Piedi dolci, visione di gioco e doti realizzative mica male: Giotto Morandi, trequartista del Grasshopper, in questo momento è probabilmente il miglior giocatore ticinese in circolazione. Da 7 anni al servizio delle cavallette, ha saputo uscire con determinazione e sacrificio da un brutto infortunio ai ligamenti del ginocchio destro occorsogli nel 2021 (“In quei momenti difficili ho saputo stringere i denti e rimettermi in gioco”). Malgrado la sua giovane età (25 anni), il figlio del popolare Davide, che è il suo primo tifoso, ha saputo rilanciarsi ed oggi è considerato una pedina imprescindibile sullo scacchiere di Marco Schällibaum. Le sue pennellate calcistiche hanno entusiasmato anche gli esigenti tifosi biancocelesti, che lo hanno eletto idealmente il loro beniamino. Nei giorni scorsi, grazie alla collaborazione dell’ufficio stampa del GC, lo abbiamo intervistato. 


Giotto: partiamo da lontano, partiamo da quel 2 febbraio 2019, cinque anni fa, quando lei esordì in Super League con la maglia del GC, il club più titolato della Svizzera.
Molte emozioni. Sapevo che non sarebbe stato facile. E infatti fu così: il Basilea ci fece 4 gol. Ricordo che quel giorno in tribuna erano presenti i miei genitori. Mio padre Davide era contentissimo per il mio debutto e sulla netta sconfitta patita contro i renani mi disse di non farci troppo caso. Ancora oggi ringrazio il tecnico Thorsten Fink, che mi buttò nella mischia e non mi mise pressione addosso.


Poi nel 2021 il brutto infortunio ai ligamenti del ginocchio destro. L’ inizio di un periodo difficile.
Direi durissimo. Soprattutto dal punto di vista mentale. Ma grazie alla mia famiglia e al club, che mi hanno sostenuto per tutto il tempo della mia assenza, sono riuscito a recuperare. Non è stato semplice: gli sforzi compiuti per tornare ad essere un giocatore e a riprendere il controllo del mio fisico, sono stati notevoli. Nel marzo del 2022 sono uscito finalmente dal tunnel...


Nelle ultime due stagioni, soprattutto quella appena terminata, lei ha dimostrato di essere un pilastro della squadra. E il GC le ha rinnovato il contratto.
Esatto. Un bel segnale. Il club ha dimostrato di credere in me anche quando non stavo bene fisicamente e di ciò gliene sarò sempre grato. Non era scontato. E così lo scorso autunno ho festeggiato le 100 partite con la maglia della squadra più titolata della Svizzera.


Torniamo al recente tribolatissimo campionato. Vi siete salvati allo spareggio.
Ad inizio stagione nessuno si aspettava di arrivare al barrage per salvare il posto nella massima serie. È stato un anno difficile, con il cambio di allenatore e tanti infortuni. Siamo entrati in un circolo vizioso. Si diceva: vuoi vedere che il Grasshopper finisce in Challenge League? Poi però è arrivato Marco Schällibaum, che ci ha dato fiducia ed ha ricompattato tutto l’ ambiente.


Appunto, Schällibaum…
Quando è arrivato ci ha trasmesso tranquillità e ci ha fatto capire che avevamo le qualità per salvare la nostra stagione. Non ha mai smesso di motivarci. Sono contento che il GC lo abbia riconfermato sulla nostra panchina. Lui è uno che da sempre il cento per cento.


Che ha rapporto ha con l’ex tecnico granata?
Ottimo. Parliamo molto e ci confrontiamo (e sempre in italiano, aggiunge il centrocampista asconese, ndr). Marco è una persona perbene ed un tecnico preparato.


Per lei, al di là del pericolo relegazione, è stata una stagione positiva. La stampa zurighese l’has pesso e volentieri elogiata.
Credo di aver disputato forse il mio miglior campionato da quando sono a Zurigo, ormai da 7 anni. Quando senti la fiducia di tutti, allora diventa tutto più facile. E il bilancio personale è buono: nella recente stagione ho segnato 7 reti e fornito 7 assist. Sono diventato più continuo e ciò è fondamentale per la mia crescita di calciatore.


Ormai Giotto Morandi gioca costantemente nel ruolo di numero 10.
Schällibaum mi ha sistemato a stretto contatto con le punte. Mi sento più libero.


Senta: ma lei ci pensa mai alla Nazionale?
È l obiettivo di ogni giocatore professionista. Ma in questo momento la mia priorità è il GC.


Come si vive a Zurigo, lontano dalla famiglia?
Ormai sono quasi 7 anni che vivo sulle rive della Limmat. Per un giovane Zurigo è una città ideale. Qui non manca nulla, è un centro internazionale. Il tedesco? Diciamo che parlo di più lo schwyzerdütsch (ride, ndr) . Insomma: mi sono adattato facilmente, anche se nei primi mesi non è stato facile. Lontano da casa e dagli affetti è sempre complicato...


A proposito di famiglia: suo padre Davide la segue sempre?
Compatibilmente con il suo impegno con la Nazionale algerina (è il vice di Vlado Petkovic, ndr).Appena può viene a vedermi nelle partite casalinghe. Comunque non manca mai di darmi consigli e suggerimenti. La sua è una figura importante.

M.A.

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