Oggi 5 novembre gli elettori americani scelgono il prossimo presidente degli Stati Uniti. Da settimane i sondaggi prevedono una competizione estremamente serrata tra Kamala Harris e Donald Trump, eppure degli esperti avvertono che, alla fine, il divario tra i due candidati potrebbe essere molto maggiore del previsto.
Secondo i sondaggi d'opinione considerati i più seri, i democratici e i repubblicani sono in un mini-fazzoletto in ogni stato chiave che probabilmente determinerà l'elezione. Così, lunedì pomeriggio, l'aggregatore di sondaggi RealClearPolitics dà Donald Trump con un vantaggio minuscolo di 0,1 punti percentuali a livello nazionale. Per quanto riguarda gli stati chiave, il candidato repubblicano è davanti alla rivale democratica in cinque su sette di essi, ma anche qui lo scarto, da una parte e dall'altra, va dai 2,6 punti percentuali a 0,2 punti percentuali. In teoria, la corsa sarebbe quindi apertissima.
Bisogna però considerare che i sondaggi si sono sbagliati nel 2016 e nel 2020. I sondaggisti infatti avevano torto sia nel 2016 (vittoria di Donald Trump contro Hillary Clinton) che nel 2020 (sconfitta di Donald Trump contro Joe Biden). La prima volta, sottorappresentando la categoria dei “bianchi senza laurea” tra gli elettori che hanno dato la vittoria al repubblicano. La seconda volta, nonostante le misure correttive adottate, hanno nuovamente sottostimato il voto di Trump, mentre hanno sovrastimato il voto di Biden.
Basterebbe un solo errore del genere perché martedì i sette stati chiave vengano vinti da Donald Trump o Kamala Harris, un’ipotesi che nessuno può escludere. Interpellato dall'AFP, W. Joseph Campbell, professore all'American University di Washington, conferma di chiedersi “se i sondaggisti non stiano mascherando un po' troppo i loro dati, per allinearsi ai risultati degli altri”. “È un fenomeno difficile da dimostrare ma sospettato, si chiama istinto del gregge”, sottolinea. Prima di citare un altro celebre precedente, quello delle elezioni presidenziali del 1980.
“Tutti i sondaggi mostravano una corsa molto serrata tra il presidente Jimmy Carter e il repubblicano Ronald Reagan. E Reagan finì per vincere con uno scarto immenso, di quasi 10 punti percentuali. “Non sto dicendo che accadrà di nuovo nel 2024, ma è qualcosa da tenere a mente”.