Domenica prossima voteremo sul “Decreto federale sulla fase di potenziamento 2023 delle strade nazionali”. Il progetto in votazione prevede di decongestionare 6 tratte autostradali tramite l’eliminazione dei cosiddetti colli di bottiglia. Secondo gli ultimi sondaggi, il Decreto rischia la bocciatura. Se non passasse, sarebbe un problema per tutti.
Visto che nessuna delle tratte autostradali interessate si trova in Ticino, qualcuno potrebbe essere tentato di votare No, ritenendo che “tanto la questione non mi tocca”. Non è così che funziona.
E’ chiaro che il voto del 24 novembre non riguarda solo i 6 progetti concreti, ma ha valenza politica ben più ampia. Una bocciatura si tradurrebbe in un No alle strade, No agli automobilisti, No alla mobilità individuale.
La prima – e più ovvia - conseguenza sarebbe la messa in discussione dei progetti autostradali anche in Ticino. Il collegamento A2-A13 ce lo leviamo dalla testa, quindi il Locarnese continuerà a rimanere isolato. Anche il potenziamento dell’autostrada tra Lugano e Mendrisio sarebbe a rischio. Risultato: la rete stradale cantonale e comunale del Luganese e del Mendrisiotto sarà sempre più intasata. Infatti, per schivare le code sull’A2, gli automobilisti si riversano sulle strade cantonali. Un No al Decreto darebbe inoltre slancio alle politiche di sinistra mirate a criminalizzare e a taglieggiare gli automobilisti.
Logica conseguenza
La necessità di intervenire sulle autostrade è una logica conseguenza dell’immigrazione incontrollata. E’ ovvio che più abitanti significa – tra l’altro - più automobili, più traffico, più inquinamento. Negli ultimi vent’anni, a seguito della libera circolazione delle persone, la popolazione svizzera è aumentata di oltre il 20%: percentuali del genere non si trovano da nessun’altra parte. E ai residenti vanno ancora aggiunti i frontalieri, che utilizzano la nostra rete autostradale due volte al giorno. A sinistra pensano sul serio che sia possibile fare entrare tutti senza che ciò abbia conseguenze sulle infrastrutture, comprese quelle viarie?
Le autostrade elvetiche sono state realizzate tra gli anni 60 e 80 del secolo scorso. Niente di strano che siano ormai sature. All’epoca, la Svizzera aveva poco più di cinque milioni di abitanti. Adesso