Sport, 21 novembre 2024

“Alla Gerra tremavano i muri: che derby quelli di una volta”

Ivano Dell'Acqua ci racconta le sfide cittadine dei (bei) tempi andati

LUGANO - Ivano Dell'Acqua (classe 1958) sabato non era a Nosedo ad assistere al primo derby stagionale fra SAM Massagno e Lugano. “Di solito non manco a queste partite. Stavolta però è differente, visto che mi trovo a Friborgo, dove gioca mio figlio Massimiliano”, ci ha detto al telefono l'ex giocatore di Federale e Fidefinanz (fra le altre) nonché figlio del grande Seo. “Il derby me lo guarderò in ... differita su youtube. Questo non è certo un buon momento per le due squadre ticinesi che hanno davanti a loro una stagione difficile, anche se entrambe hanno le qualità necessarie per raggiungere i rispettivi obiettivi”. Staremo a vedere. 


Eldorado cestistico
Inevitabile, allora, fare un paragone fra le stracittadine odierne e quelle del passato, alcune delle quali vissute anche da Ivano. Erano gli anni del grande boom. “A Lugano, ombelico del mondo cestistico dei tempi, non si parlava che della palla a spicchi. L'hockey navigava a vista in Lega Nazionale B, il FC Lugano si barcamenava in A, senza troppa gloria. Ecco che allora la gente si appassionò al nostro sport, riempiendo le piccole strutture luganesi, Gerra e Terzerina su tutte. E il derby era il sale e il pepe di un piatto prelibato”.Tutto diverso da quanto succede oggidì.


“Quelli che sono più in là con gli anni e frequentano ancora le nostre palestre, si ricordano di partite infuocate e pure polemiche. Ma non solo: a due ore dall' inizio del match fuori dalla Gerra, che poteva contenere al massimo 1500 spettatori, si faceva la fila. Una cosa incredibile”. Ma con una logica.“Infatti. A metà Anni Settanta arrivarono delle star del basket internazionale: Raga, Sanford, Dunbar, Fultz, Yelverton e Williams tanto per citare alcuni nomi. Ovvio che l'interesse fosse grande. E poi ci pensava anche la stampa ad alimentare passione ed entusiasmo. Senza voler sminuire SAM-Lugano o Lugano-SAM di oggi, quel basket era molto seducente e spettacolare”.


Esordio col botto
Ivano ricorda con grande emozione il suo primo derby.“ Campionato 1974/1975: Federale e Pregassona giocano la sfida decisiva per il titolo. A pochi minuti dalla fine, con il risultato saldamente nelle nostre mani (finirà 113 a 76 per i gialloblù, ndr), vengo buttato nella mischia dal tecnico Nino Cescutti, che voleva farmi giocare qualche scampolo di partita al fianco di mio padre Seo,ormai a fine carriera. Fu proprio lui a pochi secondi dalla sirena a servirmi un passaggio smarcante che io dall'angolo trasformai con un tiro al bacio. Era la mia prima stracittadina, nell'anno fra l'altro del titolo”. Di derby ne sono seguiti altri. “Con la Federale ne giocai parecchi. Ricordo anche quello della finalissima per lo scudetto del 1980, avversario il Viganello. Vincemmo la partita di andata di 7 punti e al ritorno fummo nettamente sconfitti, lasciando il titolo alla squadra di Yelverton. In quella occasione l'arbitro Busset non ebbe il coraggio di fischiare il quinto fallo su Charly (proprio su di me) e così il Viganello ne approfittò per trionfare'. 


Dell'Acqua disputerà in seguito altre sfide cantonali con la maglia del Fidefinanz Bellinzona ma l'intensità delle gare della Gerra era ben altra cosa: “Tremavano i muri nella palestra luganese. Sembrava di essere in un palazzetto da 10 mila spettatori". Altri tempi, altro basket e altra disponibilità finanziaria. “Oggi SAM e Lugano fanno i miracoli per restare a galla. E allora fanno benissimo a puntare sui settori giovanili, unica garanzia di sopravvivenza”.


Che ambiente a Friborgo
Se in Ticino il boom non è durato a lungo, a Friborgo la passione per il basket resta immutata e consolidata: la società burgunda è la più forte delpanorama nazionale ed è sempre (o quasi) ai vertici del massimo campionato. Sono passati club vincenti (ed alcuni di loro falliti) come la Federale, il Viganello, il Pregassona, il Pully, la Fidefinanz, il Boncourt, tanto per fare alcuni nomi eccellenti, ma i romandi non hanno mollato la loro posizione di preminenza. Come ci spiega Ivano Dell'Acqua:“Questo club è all' avanguardia a livello organizzativo. Non sembra appartenere al basket svizzero. Del resto, la tradizione a Friborgo è molto radicata e per questo motivo il nuovo palazzetto è quasi sempre pieno. Contro la SAM recentemente erano in tremila! In nessun altra parte del nostro paese ci sono affluenze così elevate. E il pubblico, aggiungo, è molto competente. Insomma: l'ambiente è davvero eccezionale, e per certi versi mi ricorda gli Anni Settanta, quando a Lugano c'era il boom. Passione, entusiasmo e grandi protagonisti”.


Impatto positivo
Ivano parla, infine, anche del figlio Massimiliano, che dalla scorsa estate gioca per l'Olympic dopo la bellissima esperienza con i Tigers, società che gli ha permesso di crescere e maturare. “Non era così scontato eppure lui in poco tempo si è ritagliato uno spazio importante. In campionato gioca con una media di 17 minuti a gara, nel bel mezzo di cinque nazionali rosscrociati e 4 stranieri, e con una media di 8 punti. In campo europeo poi è stato impiegato spesso. Ma non solo: Massimiliano si trova benissimo a Friborgo, una città a misura d'uomo, dove il basket si vive intensamente. Lui è un ragazzo senza grilli per la testa e se continua così potrà togliersi parecchie soddisfazioni. Il fatto poi che si trovi nella rosa allargata della Nazionale è certamente positivo”.

A.M.

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