La proposta di far pagare 50 franchi ogni visita al Pronto Soccorso per i casi “lievi” non piace a nessuno. Per alcuni la misura sarebbe troppo severa, per altri è troppo permissiva viste le numerosi eccezioni previste. “Inefficace” e con “un effetto deterrente minimo”, questo il giudizio dell’Udc, che ha partecipato alla consultazione che si concluderà il 10 gennaio. Il partito vorrebbe un'applicazione molto più severa con un'imposta diretta di 50 franchi per le consultazioni per casi minori, ma anche "il raddoppio del prezzo per le persone per le quali l'assicurazione sanitaria è interamente a carico del contribuente", come nel caso dei richiedenti l'asilo.
Anche l'organizzazione mantello degli assicuratori Santésuisse era inizialmente favorevole alla proposta, cioè all'imposta di 50 franchi da pagare sul posto. Ma il progetto prescelto, che alla fine riguarda solo la partecipazione ai costi dei pazienti al superamento della franchigia, è troppo burocratico per gli ospedali."L'obiettivo dovrebbe essere che il paziente contribuisca direttamente finanziariamente ad ogni caso minore o trattamento non necessario", scrive Santèsuisse
Molti contestano invece il principio stesso di imporre prezzi eccessivi ai casi lievi nei Pronto Soccorso, soprattutto i Cantoni. "Patologie benigne a priori (dolore toracico, mal di testa) possono rivelarsi gravi dopo la valutazione dei medici d'urgenza, motivo per cui una sanzione pecuniaria non dovrebbe in nessun caso dissuadere la consultazione", dice ad esempio il Consiglio di Stato vodese, che critica anche il fatto che “questo progetto non tiene conto delle comprovate difficoltà di trovare un medico curante”.