TORINO (IT) - "Oggi, dopo anni, diciamo che c'è un link ovvio tra insicurezza e immigrazione2. È solo uno dei passaggi emersi durante la riunione del collettivo femminista di destra Nemesis, ospitata al Salone del Libro di Torino, e riportata da La Stampa. Un dibattito acceso che ha messo in discussione i pilastri del femminismo progressista contemporaneo, accusato di aver abbandonato le donne a favore di agende ideologiche estranee alla loro realtà.
Secondo le attiviste di Nemesis, il femminismo di sinistra «mette la donna all’ultimo posto», dopo tutte le categorie LGBTQ+. Emergono invece nuove figure femminili di riferimento a destra, come Giorgia Meloni e Marine Le Pen: «Secondo me Meloni è femminista e anche Le Pen lo è», afferma una delle voci presenti. La critica si estende anche all’utero in affitto e alla cosiddetta “maschificazione del corpo femminile”, indicati come effetti di un’ideologia che snatura la specificità della donna.
Il pubblico? Numeroso e trasversale: «Tantissimi ragazzi, tantissimi maschi partecipano a convegni che parlano di donne e femminismo», segno, secondo le organizzatrici, che un femminismo “di destra” non ha pregiudizi verso gli uomini, a differenza di quello antagonista. La cultura, la politica e la sicurezza vengono così rimesse al centro di un discorso femminista che non chiede concessioni, ma ridefinisce i propri confini.