Sport, 16 settembre 2018

Pedrazzini (Rangers Lugano): “Non c’e tempo di annoiarsi”

Inline hockey: una disciplina che sta crescendo

LUGANO - Colpo d’occhio, rapidità, fisicità, buone doti agonistiche ed una sana mentalità vincente. Queste sono le doti principali che deve avere un giocatore di Inline Hockey, disciplina che per certi versi ha diverse similitudini con l’hockey su ghiaccio (tre tempi da 20’, l’overtime di 5’, i rigori, le penalità…) ed è in forte espansione in tutta la Svizzera (la nazionale tra l’altro è una delle migliori in assoluto a livello europeo).

In Ticino sta trovando nuova linfa, anche se non ha molti praticanti. Chi ha avuto modo di seguire, anche se per un attimo, le partite di questa disciplina, ne è rimasto contagiato: lotta sempre intensa tra le contendenti, gioco a tratti anche spettacolare e una effervescenza sportiva che emerge non solo nella massima serie, ma anche nelle altre categorie, pure in Seconda Lega Regionale, categoria nella quale giocano i Rangers Lugano, presieduti da Tommaso Pedrazzini. Una compagine ambiziosa che punta alla promozione in Prima Lega.

Con Pedrazzini abbiamo appunto voluto conoscere un po’ più da vicino l’hockey inline, uno sport emergente e che ancora parecchia gente non conosce alle nostre latitudini.

Partiamo da una considerazione: molti giocatori provengono da esperienze nell’hockey su ghiaccio… 
È una conseguenza logica, anche perché i giocatori più… vecchi per il ghiaccio, generalmente preferiscono smettere oppure – come nel nostro caso – continuare nell’Inline. Per noi costituisce un grande vantaggio visto che hanno qualità tecniche ed esperienza da vendere.

In questo sport lo spettacolo non manca di certo, le emozioni sono tante… 
Il fatto che non esistano il fuorigioco e la liberazione vietata agevola non poco l’andamento della partita, che si sviluppa così a ritmi a volte incessanti.

Chi viene ad assistere alle partite di Inline di certo non si annoia…
Effettivamente è così, con le dovute proporzioni il gioco risulta combattuto e il livello agonistico è spesso alto…

Il vostro club rappresenta in pratica tre società… 
Abbiamo voluto unire le forze annettendo il Sorengo e le due compagini di Pregassona. I frutti del nostro lavoro si vedono, continuiamo su questa strada.

Nella vostra categoria ci sono stranieri?
No, sono tutti ticinesi, per la maggior parte provenienti dal nostro vivaio. È una politica indispensabile ed inevitabile, anche perché abbiamo
limitate risorse finanziarie visto che l’investimento per la stagione, per tutte le categorie, ammontaglobalmente a 25'000 franchi. Se penso che nelle categorie maggiori ci sono dei club che spendono oltre 200'000 franchi…

L’Inline è uno sport molto seguito in varie regioni della Svizzera…
Oltre San Gottardo è molto ben frequentato, il pubblico segue massicciamente le partite ed il livello tecnico – specie nelle categorie maggiori – è alto. Non è un caso che la nostra nazionale sia appunto tra le più competitive a livello europeo. Anche il Ticino si sta riprendendo e questo è un bene per tutto il movimento. Tutte le categorie sono ben rappresentate e ciò è dovuto anche all’attenzione che diamo ai giovani.

Trovare sponsor ai vostri livelli è difficile?
Ci appoggiamo sulle tasse sociali, sulla presenza di alcune aziende che accettano di apparire sui cartelloni a bordo pista abbiamo anche l’aiuto della città che ci mette a disposizione le strutture, come quella di Pregassona rimessa a nuovo dal Comune di Lugano.

Lei è il presidente dei Rangers ma anche giocatore.
La passione per questo sport è sempre stata molto alta, ho 35 anni ma la voglia di giocare è ancora tanta. Ho anche diretto i ragazzi, ma mi sono accorto che la doppia funzione di allenatore- giocatore è molto difficile da gestire. Per questo da agosto abbiamo assunto un allenatore nella persona di Paolo Santoro, con lui è tutto più facile.

L’invito è dunque quello di seguire più da vicino questa disciplina…
Lo merita. Certo, in Seconda Lega non possiamo pretendere di avere il pubblico delle grandi occasioni, anche se nei derby la gente arriva.

Quest’anno mirate in alto…
Ci proviamo anche se ci rendiamo conto che non è facile. Innanzitutto puntiamo ad uno dei primi due posti per accedere ai playoff (unitamente alle prime due classificate degli altri tre gironi regionali svizzeri, ndr), poi vedremo. Non naturalmente vogliamo salire di categoria, anche per lanciare altri giovani del nostro movimento giovanile.

Il vostro campionato com’è strutturato?
La stagione inizia a marzo e si protrae fino a giugno, poi dopo una pausa estiva riprende a fine agosto con le ultime partite di regular season. Infine, a fine settembre, iniziano i playoffs. Speriamo di arrivare al meglio della condizione fisica nella fase decisiva.

G.M.

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