Svizzera, 18 settembre 2018
"Unia si batte per noi", un testo scolastico accusato di fare propaganda di sinistra
Elogi alla leadership dell'UE e al movimento "Occupy Wall Street", le dittature comuniste del 20esimo secolo hanno portato "libertà e felicità" ai loro popoli e un'immagine stereotipata della donna quale figura oppressa e svantaggiata come viene spesso dipinta a sinistra: il nuovo testo di insegnamento "Gesellschaften im Wandel ("società in transizione"), distribuito agli allievi delle scuole medie di diversi cantoni svizzerotedeschi per i corsi di storia è finito al centro delle polemiche.
A lanciare la controversia è stato un articolo del quotidiano zurighese NZZ che in sostanza ha accusato i responsabili scolastici di diffondere propaganda politica. L'articolo è poi servito da spunto per esponenti dell'UDC e del PLR del canton Zurigo di accusare la direzione dell'istruzione di "indottrinamento di sinistra".
Le dittature comuniste non hanno mai fatto male a nessuno
Le parti del libro finite sotto accusa sono innumerevoli : il sindacato UNIA è dipinto come un istituto che lotta per i lavoratori, i partiti liberali hanno come principio "tolleranza" e l'apertura verso istituzioni sovranazionali come UE e ONU e di conseguenza il partito socialista è il partito più liberale e nulla conta il rapporto con l'economia e lo stato. Le ONG vogliono una società dove c'è "benessere per tutti" e dove in "centro non c'è il profitto ma l'essere umano". Grande rilevanza viene dato alle dittature cosidette di "destra", nazismo e fascismo, e ai loro crimini mentre non vi è nessuna menzione delle sofferenze patite da milioni sotto le dittature comuniste.
Sindacati e ONG influenzano l'insegnamento
La lista è lunga e in sostanza la NZZ accusa gli autori del testo di voler trasmettere agli allievi una visione stereotipata della società e della storia che combacia con posizioni tipicamente di sinistra e accusa organizzazioni di sinistra e ONG (fra queste vengono menzionate UNIA, Humanrights, Attac,
Amnesty, Greenpeace e Caritas) di voler indottrinare i giovani allievi. Accusa, come detto, ripresa da diversi esponenti UDC e PLR come il Consigliere nazionale zurighese PLR Beat Walti: "L'accusa è fondata" afferma al portale 20minuten "il contenuto del testo ha un carattere manipolatorio ed è un abuso della libertà concessa agli insegnanti" continua. Le sezioni zurighesi dell'UDC e del PLR hanno nel frattempo interpellato il Consiglio di Stato, chiedendo che siano fatte le necessarie verifiche affinchè agli allievi sia distribuito materiale "dal contenuto politicamente neutro".
"Nell'insieme un ventaglio diversificato di opinioni"
Da parte sua, una delle autrici del testo, la professoressa Béatrice Ziegler respinge in toto le accuse : "Per me la questione della neutralità nell'insegnamento nemmeno si pone in quanto dovrebbe essere scontata" per poi sostenere che a quali temi bisogna dare rilevanza lo dice il "Lehrplan 21", il piano di studi intercantonale il quale, per esempio, prescriverebbe apertamente di dare più spazio ai lager nazisti piuttosto che ai gulag sovietici. "Ci possono essere occasionalmente affermazioni di parte senza puntuale contradditorio, ma nell'insieme si presenta un ventaglio diversificato di posizioni in modo che l'allievo possa formarsi un opinione in modo autonomo". Affermazione quest'ultima che la NZZ smentisce in toto, non avendo trovato nessuna posizione che non possa dirsi di sinistra.
Il sondaggio di 20 minuten
Da notare infine che nell'articolo pubblicato sul tema da 20 minuten viene data la possibilità di rispondere ad un sondaggio in cui viene chiesto se effettivamente l'insegnamento pubblico sia politicamente neutrale, troppo a sinistra o troppo a destra. Al momento della stesura di questo articolo hanno risposto 5005 persone e di queste ben il 72% ritiene che l'insegnamento pubblico in Svizzera sia troppo di sinistra, mentre il 17% ritiene sia neutrale e appena il 3% lo trova troppo di destra (l'8% ha risposto "non so).