Vicky: il primo importante obiettivo stagionale l’avete già raggiunto: 5 mila abbonati. Nemmeno ai tempi di Nummelin succedeva…
A dire il vero non è mai successo in tutta la storia dell’HCL di raggiungere un numero così elevato di abbonati ed è sicuramente qualcosa di meraviglioso che ci riempie di orgoglio. Ci tengo a ringraziare tutti quanti per il sostegno perché significa che stiamo andando tutti insieme nella giusta direzione.
Cos’è cambiato in questi anni da indurre i tifosi a riprendere la via dello stadio?
Se ricordi, questo era il primo obiettivo che mi sono prefissata quando ho accettato il ruolo che ricopro. È stata una strada lunga da percorrere, sia dal lato sportivo (stabilità, obiettivi chiari, politica dei giovani, identificazione nel club, gioco attrattivo, e via dicendo) sia dal lato manageriale (cambio look alla pista e a tutto quello che ci ruota intorno, rendere il tifoso più partecipe, comunicati chiari, ecc). Questo e poi chiaramente i risultati sportivi che sono seguiti di conseguenza hanno aiutato. Diciamo che è tutta una ruota che gira e che quando il giro si completa, tutto funziona.
Nello scorso campionato, la gente ha apprezzato tantissimo la generosità, il cuore e la grinta con le quali la squadra si è battuta, soprattutto nei momenti degli infortuni di Bürgler Chiesa e Brunner.
Sì, e questo è e deve rimanere lo status del Lugano, perché noi siamo questo e non quello che certa stampa vuole far credere. Noi siamo cuore, grinta, umiltà, unità e dedizione. I brutti infortuni successi in un’unica partita a due giornate dai playoff ci hanno toccato ed uniti ancora di più, dandoci carica e togliendoci anche pressione.
Presidente: in tre anni, l’HCL è stato due volte vice-campione e una volta semifinalista. Un bel risultato, segno di continuità. Ma ora è giunto il momento di sfatare un tabù che dura da 12 anni…
Eh sì, a chi lo dici! Però dobbiamo restare ben consci che l’hockey di oggi è davvero difficile e complicato. Il livello in Svizzera è altissimo e le squadre buone sono tante. Quello che abbiamo fatto negli ultimi tre anni non è uno smacco ma qualcosa di eccezionale. Ora speriamo di andare a prenderci qualcosa che, lo dico senza presunzione, ci meritiamo e qualcosa che vogliamo regalare alla nostra città e al nostro popolo.
Qualcuno ha detto: il secondo è il migliore dei perdenti…
Difficilmente nella storia dello sport ti ricordi di chi è arrivato secondo, ma della finale dello scorso anno penso che il nostro nome lo ricorderanno in tanti. Per noi l’exploit della scorsa stagione è valso più dell’oro. Certo gara-7 ha fatto malissimo ma poi, a mente fredda, ci siamo tutti resi conto di quello che siamo riusciti a fare. Questo deve servirci a darci ancora più fame!!!!
Veniamo al presente: a Greg Ireland avete affidato il compito di entrare nelle prime quattro.
Noi non diamo compiti, noi ci diamo degli obiettivi parlandone tutti insieme. Abbiamo un’ottima squadra, un ottimo staff, una società che sta lavorando bene ed i tifosi che ci spingono ad ogni partita. Arrivare tra le prime quattro in campionato
dev’essere un obiettivo ma questo traguardo dipenderà anche da tanti fattori. Noi vogliamo affrontare questa nuova stagione migliorando di partita in partita e di cambio in cambio e vediamo fino a dove riusciamo ad arrivare, rispettando ogni singolo avversario.
Possiamo dire che il tecnico canadese è stato uno degli acquisti più azzeccati degli ultimi tempi?
Sicuramente è una pedina fondamentale del nostro team ma non mi piace mai parlare dei singoli. Ripeto noi siamo una squadra e la forza della squadra sta in ogni singolo componente; poi avere un buon direttore d’orchestra aiuta sicuramente. La forza di Greg sta nella comunicazione che oggi, si sa, è un aspetto delicato quanto importante.
Possiamo dire che il tecnico canadese è stato uno degli acquisti più azzeccati degli ultimi tempi?
Sicuramente è una pedina fondamentale del nostro team ma non mi piace mai parlare dei singoli. Ripeto noi siamo una squadra e la forza della squadra sta in ogni singolo componente; poi avere un buon direttore d’orchestra aiuta sicuramente. La forza di Greg sta nella comunicazione che oggi, si sa, è un aspetto delicato quanto importante.
Tutti si aspettano che Klasen torni ad essere Klasen. I primi segnali sono arrivati.
Linus non ha assolutamente bisogno di presentazioni. Lo svedese è una parte fondamentale del nostro puzzle. Lo scorso anno ha avuto un periodo umanamente difficile e quest’anno è il primo ad aver voglia di riscatto. Pensare però che lui possa risolvere da solo le partite sarebbe un errore e io non voglio mettergli addosso più pressione. Tutti noi abbiamo fiducia in lui, lasciamolo lavorare tranquillamente come fanno tutti.
Tanta aspettativa c’è anche attorno a Chorney.
Sarò noiosa e mi ripeterò ma il Lugano è una squadra. Chorney nelle ultime partite è migliorato cambio dopo cambio. Diamo anche a lui il tempo necessario per conoscere il nostro hockey, la grandezza delle nostre piste e gli automatismi. Sono sicura che si rivelerà un giocatore importante.
I giovani sono diventati imprescindibili nella vostra politica.
Parlandone l’altro giorno, mi sono resa conto che quest’anno abbiamo la bellezza di 19 giocatori nel giro della prima squadra che hanno giocato negli Juniori Elite con la maglia bianconera. Ragazzi, questa è una notizia che andrebbe sottolineata più di qualsiasi altra cosa. Però ora non possiamo più parlare di giovani perché loro sono diventati pedine intoccabili nel nostro scacchiere, nel frattempo sono cresciuti e ora sono giocatori veri. Questo dato comunque resta un altro punto d’orgoglio del nostro Club. Identificazione allo stato puro.
Capitolo-Elvis: se parte, una brutta perdita.
Lugano è la casa di Elvis, lui sa che può sempre tornare e noi saremo qui ad aspettarlo ma nel frattempo è normale che noi guardiamo avanti e che ci stiamo già muovendo. Questa cosa però non dev’essere il tormentone del campionato; noi vogliamo stare concentrati su questa stagione e questa stagione Elvis la gioca con noi.
Chi vincerà la regular season e in quale posizione chiuderà l’HCL?
La vincerà il Berna per il quarto anno di fila. Sulla carta lo Zurigo fa più paura ma troppi galli in un pollaio non hanno mai fatto bene ad uno spogliatoio. Il Lugano chiuderà la regular season al terzo posto.
Presidente: tanti tifosi non hanno ancora metabolizzato il cambio di nome della pista...
Dovranno farlo gioco forza. Questo è lo sport moderno. Non c’è né tempo né spazio per troppi sentimenti, se ti fermi, sei morto e noi non vogliamo morire, anzi vogliamo marcare presenza in ogni circostanza e per farlo abbiamo bisogno di persone come la famiglia Cornaro, che ringrazio, che crede in noi. Mi piacerebbe che i tifosi siano grati alle persone che rendono tutto questo possibile, ognuno nel proprio contesto. Esattamente come tutti noi ringraziamo i tifosi perché, nel loro contesto, per noi sono fondamentali
MAURO ANTONINI