Marcello Foa è il nuovo presidente della Rai dopo aver ottenuto la maggioranza qualificata dei componenti della commissione bicamerale dopo la votazione a scrutinio segreto.
Il semaforo verde è arrivato con i voti a favore di Lega, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Fratelli d'Italia mentre la sinistra si è opposta o non ha partecipato al voto. In totale il parere favorevole è arrivato con 27 sì, tre no, una scheda bianca e una nulla. "La votazione ha avuto esito favorevole", ha annunciato il presidente della Vigilanza Rai Alberto Barachini.
La nomina del giornalista italiano, con un'ampia carriera alle spalle anche in Svizzera, viene in genere presa in modo positivo e con ottimismo dagli italiani vicini alla destra e al Movimento 5 Stelle, mentre più critici e negativi sono i media e i cittadini più allineati alla sinistra, cosa che d'altronde riflette l'andamento del voto che ha portato alla nomina.
Ma, oltre agli schieramenti politici, che cosa potranno aspettarsi i telespettatori della Rai con la nomina di Foa a presidente ? Un'idea in merito ce la può dare il portale "L'antidiplomatico" che in un articolo intitolato "Marcello Foa, finalmente un Presidente Rai fuori dal frame" tenta di spiegare in che cosa il neopresidente Rai differisce dai suoi predecessori e ci da un'idea di come potrebbe essere la sua presidenza a capo della televisione di stato italiana. Ve ne proponiamo un estratto che riteniamo essere meritevole di essere letto :
[...]E’ dal 2006, anno che in termini di lotta alle fake-news si colloca nella preistoria, che Foa analizza il problema della verità in politica. Il suo libro Gli stregoni della notizia, di cui tra l’altro è uscito l’aggiornamento, analizza criticamente il fenomeno degli spin doctors e le sue ricadute in termini di democrazia. La figura dello spin doctor non è un parto della fantasia dei complottisti, ma una figura ufficiale, ben retribuita, che da tempo si occupa in America di organizzare le campagne elettorali dei candidati democratici e repubblicani e che, più recentemente, è stata introdotta anche in Italia. Ricordo lo spin doctor che seguì il governo Monti e la completa americanizzazione della campagna elettorale renziana. Lo spin doctor non è vincolato alla verità. Al contrario il suo compito è manipolare la realtà a favore del candidato da cui è sponsorizzato. Come dice il proverbio “in guerra e in amore tutto è lecito”. In guerra appunto gli spin doctor operano in un continuo stato di eccezione perché considerano le elezioni non un elemento della democrazia, ma una vera e propria guerra all’ultimo sangue il cui obiettivo non è il bene comune,