Sport, 10 dicembre 2018

“Nessun conflitto con Arno Con lui un buon rapporto”

Il presidente Gaudenz Domenig parla della crisi del Davos e di Del Curto

DAVOS - Da sette anni alla testa del Davos, Gaudenz Domenig non sta certo attraversando il miglior momento della sua vita sportiva. Il team grigionese è penultimo in classifica staccatissimo da tutte le avversarie e ormai condannato - salvo miracoli - a disputare i playout. In più, dopo 22 anni, Amo Del Curto ha deciso di mollare le guida della squadra annunciando la sua decisione al presidente il 25 novembre scorso. Una situazione delicata per l’HCD, un duro colpo che, ovviamente, si è riflesso sui tifosi visto che l’affluenza alla pista è notevolmente diminuita. Peggio di così, insomma... E proprio per cercare di capire la situazione del glorioso club grigionese abbiamo voluto interpellare Domenig che ci ha fornito alcune spiegazioni relative alla partenza di Del Curto, focalizzandosi poi sul momentaccio che sta vivendo la sua squadra in questo torneo.

Presidente, solitamente quando le cose non vanno bene il primo a pagare è l’allenatore, che viene licenziato dal club. Da voi non è andata così...
Francamente sono rimasto abbastanza sorpreso per come si è sviluppata tutta la vicenda. Comunque è stato Arno che ha deciso di andarsene, al contrario la società voleva continuare con lui. Era chiaro che la situazione fosse delicata, abbiamo perso molti incontri ed il clima non era propriamente dei migliori. Di certo qualcosa si è rotto tra lui ed i giocatori. 

Avete cercato una soluzione per risolvere questo problema?
Sì, ne abbiamo parlato, abbiamo cercato di analizzare tutti gli aspetti. Da parte della società c ’era come detto fiducia in Del Curto ma, dopo il colloquio, lui ha chiesto un po 'di tempo per riflettere ed alla fine ha deciso di lasciarci.

Una situazione irreparabile?
A mio avviso c ’erano ancora margini di manovra, come detto ci siamo seduti attorno ad un tavolo per focalizzare tutti i punti della situazione, e avremmo anche incontrato i giocatori per capire il loro punto di vista. Arno Del Curto alla fine ci ha detto che preferiva lasciare la panchina.

Qualcuno ha mormorato che la partenza di giocatori importanti dopo la stagione scorsa sarebbe stata una delle cause che ha generato questa crisi.
Non è vero perché a decidere il roster è stato Del Curto. L’allenatore ha determinato gli arrivi e le partenze dei ragazzi. I problemi sono nati altrove. 

Qualcuno ha anche detto che tra lei e Del Curto ultimamente c’erano stati dei litigi... 
Voci infondate, il nostro rapporto è sempre andato bene, abbiamo cercato in ogni momento di dialogare costruttivamente.

Deluso per come si è concluso il rapporto? 
Confesso di sì perché comunque l’allenatore godeva della mia fiducia, tra noi, vista appunto la durata del rapporto, era nata una bella amicizia. Ho accettato a malincuore la sua decisione, ma non ho tempo per i rimpianti, ora dobbiamo cercare di salvare il salvabile. 

Appunto, il Davos è sul fondo della classifica, davanti solamente ad un Rapperswil che comunque sta progredendo. Ci dica la verità, avete paura
che succeda il...peggio?
Dobbiamo guardare in faccia alla realtà e modificare i nostri piani. Ora conta salvare il posto in Lega Nazionale A, non vogliamo assolutamente fare la fine del Kloten. Abbiamo il potenziale necessario per raggiungere l’obiettivo ma è chiaro che ora non dobbiamo panicare ma concentrarci per dare il meglio. Il campionato è lungo e c’è tempo per risalire la china. Tutte le squadre, prima o poi, hanno delle crisi. Stavolta è il nostro turno. Il Davos ha però una storia centenaria ed è un patrimonio di tutti, quindi vogliamo che resti nell’élite dell ’hockey svizzero, è questo il posto che gli compete.

Del Curto è un allenatore capace che ha valorizzato molti giovani. Sicuramente ha ricevuto molte richieste da altre società, secondo lei dove potrebbe accasarsi in futuro? Qualcuno ha fatto il nome anche del Lugano... 
Francamente non saprei. Arno sa far bene le cose ed è ancora giovane e voglioso di rendersi utile. Lugano? Chissà, sono solo voci che anche io ho sentito, tuttavia non ho tempo per pensarci, abbiamo già diverse grane da risolvere al nostro interno...

Avevamo detto dei tifosi, la piazza di Davos è in subbuglio, come sta reagendo di fronte a questa situazione?
Direi non bene e la posso anche capire. La presenza del pubblico dipende molto dai risultati e dalle prestazioni dei nostri giocatori. Quando le cose non vanno bene i fans disertano la pista, dobbiamo cercare di fare di tutto per riconquistare la loro simpatia.Michel Riesen è attualmente l’head coach.

Situazione definitiva o state cercando un nuovo Mister? 
Lui si è messo a disposizione del Davos e lo ringrazio ma questa è una soluzione ad interim. Abbiamo bisogno di tempo per cercare un tecnico che possa stare con noi per più stagioni. La scelta non è facile ma faremo il possibile per trovare una soluzione anche in questo senso.

Inti Pestoni resterà a Davos?
È uno dei giocatori più importanti della squadra ed è ovvio che speriamo che lui rimanga da noi. Nei prossimi giorni ci siederemo attorno ad un tavolo per capire se lui vuole ancora giocare con l’HCD. Per ora non posso dire nulla. 

Potrebbe anche tornare ad Ambrì...
Anche questa è un ’ipotesi che ho sentito in giro...Come ho detto, sarei veramente contento se restasse nel Davos perché ha dimostrato di avere grandi qualità.

Il Davos ha tifosi in tutta la Svizzera: che messaggio vuole loro inviare?
Sappiamo benissimo che la situazione è molto delicata, ma ne vogliamo uscir fuori dignitosamente. Per fare questo abbiamo però bisogno del sostegno di tutti, logicamente anche dei nostri tifosi che ci hanno sempre seguito con passione. Non lasceremo nulla di intentato per lasciarci alle spalle questa crisi. Come ho detto prima, il Davos ha una storia di grande prestigio e deve restare nella massima divisione. Sono convinto che, se tutti ci daranno il giusto sostegno, anche la squadra saprà reagire convenientemente.

G.M

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