"Siamo tutti stranieri" è il titolo di un tema che hanno dovuto svolgere degli alunni di una scuola media di Roma. Così, senza punto di domanda e senza nessun contesto aggiuntivo, come se quella fosse un'affermazione inconfutabile. È l'ennesimo caso emblematico di un professore che non riesce a separare la propria ideologia, spesso e volentieri di sinistra, dal proprio lavoro.
Ma la vicenda ha anche il suo lato positivo, perchè se da una parte ci dimostra che nelle scuole si fa anche propaganda dall'altra ci mostra che anche giovanissimi alunni della terza media possono essere coscienti del fatto che il professore sta cercando di plasmare la sua opinione e sensibilità politica verso una determinata direzione.
Infatti un’alunna coraggiosa si è ribellata. Ha disegnato un tricolore sul foglio e ha risposto per le rime all’insegnante: "Sinceramente non sono d’accordo con questa affermazione, poiché i confini esistono, le bandiere esistono, l’amore per la patria esiste", ha scritto la ragazzina. Una foto del tema (vedi immagine sotto) è stata diffusa da Giorgia Meloni su Facebook, per essere poi ripresa da "Il Giornale".
E ancora: "Quando passo sotto il maestoso Colosseo, quando cammino davanti all’Altare della Patria, il mio cuore viene trafitto da un sentimento di appartenenza".
La parte forse più significativa
arriva quando la coraggiosa ragazzina cita la bandiera italiana a casa della nonna, fatto anche questo emblematico che ci ricorda che i valori e l'educazione ricevuta a casa dalla famiglia può essere più forte della propaganda che moltissimi giovanissimi (e meno giovani) subiscono negli istituti educativi. "A casa di mia nonna c’è il tricolore. Io mi fermo sempre ad ammirarlo e penso alla mia Italia, alla mia amata Italia. Penso a tutta la storia d’Italia, alle vittorie, alle sconfitte e alle ingiustizie. Mi viene in mente l’Unità d’Italia, le guerre di indipendenza", ha proseguito l’alunna nel suo tema .
Certo la vicenda è accaduta in Italia ma sappiamo che il problema degli insegnanti di parte (nella stragrande maggioranza di sinistra) che utilizzano la propria professione per influenzare gli studenti è una realtà anche alle nostre latitudini, se non in tutto l'occidente (diversi i casi emersi negli scorsi anni, perlopiù a causa di esternazioni infelici quanto rivelatorie avvenute sui social). Ma come sono una realtà i professori di parte, c'è da essere ottimisti che sono una realtà anche gli allievi che, più o meno apertamente, riconoscono e si ribellano alla propaganda impartita da chi dovrebbe impartirgli l'educazione e invece vuole trasformarli in militanti politici.