Sport, 28 gennaio 2019

Lugano, troppi flop alla voce “stranieri”

Dall’arrivo del DS Habisreutinger (2010/2011) pochi hanno fatto la differenza

LUGANO - Tanti, troppi flop sul fronte stranieri da quando Roland Habisreutinger è direttore sportivo del Lugano (dal 2010). Il tema torna alla ribalta saltuariamente, soprattutto quando le cose non vanno bene. Oddio, sul ghiaccio non ci va il “plenipotenziario” svizzero-tedesco, ci mancherebbe! Ma le scelte sono “farina del suo sacco”. Quasi sempre.

Recentemente, insomma, i mass media e gli stessi tifosi hanno puntato il dito sul pacchetto di giocatori “esteri”, che spesso e volentieri ha deluso. In particolare modo Lapierre e Lajunen che nella scorsa stagione erano stati gli autentici trascinatori della squadra durante i playoff. Ora: il canadese e il finlandese non riescono ancora ad esprimersi sui livelli auspicati e attesi mentre sembrano in ripresa Chorney e Klasen, che erano comunque finiti nel mirino della critica come i due compagni.

Da queste colonne, come da quelle di altri giornali, si era perciò invocato un intervento sul mercato per dare reti, peso e leadership all’HC Lugano. Certo: trovare un giocatore in questo momento del campionato che risponda ai requisiti di cui sopra, non è facile. Ma dinanzi a un rendimento così altalenante e così poco decisivo come quello degli stranieri di Greg Ireland, ci si chiedeva se non fosse giunta l’ora di intervenire, visto che a livello di intensità, fisicità e personalità la squadra ceresiana soffre gli alti e bassi dei suoi stranieri.
Sembra tuttavia che l’HCL finirà la stagione con questi stranieri…

Ma torniamo al discorso iniziale. Dal 2010 ad oggi, da quando appunto RolandHabisreutinger è diventato direttore sportivo a Lugano sono arrivati una quarantina di giocatori stranieri. Alcuni non hanno nemmeno giocato (vedi Clymer) perché infortunati, altri sono arrivati in condizioni precarie (Niedermayer), altri ancora hanno deluso su tutta la linea. Alcuni nomi: Popovic, Hennessy, Hendry, Campoli, Lehtonen (spacciato come fenomeno!), Fillpula, Sondell e Wilson. Alcuni sono giunti a Lugano ormai sul viale del tramonto e senza più “saro fuoco” (Metropolit, Bednar e Rintanen). Eppoi, eppoi le meteore: Irmen, Etem e tale Tommy Paakkolanvaara, preso per i playoff del 2014/2015 e salito alla ribalta unicamente per il suo nome impronunciabile.

Pochi, insomma, hanno fatto la differenza e emozionato il pubblico bianconero. Ci vengono in mente i migliori Lapierre e Lajunen, il Klasen delle prime stagioni, Pettersson, McLean, il generoso Genoway, e naturalmente Bergeron, giunto nel 2012 dal lockout e rimasto troppo poco alla Resega. Heikkinen e Martensson non hanno fatto male. Ma nemmeno sfracelli.

Dimenticavamo: dal 2010 al 2013 ha giocato anche un certo Petteri Nummelin. Ma non lo prese l’attuale DS. E malgrado acciacchi ed età avanzata il folletto finlandese non fu certo fra i peggiori della lista che vedete in questa pagina.

A.L.

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