La polizia ha arrestato 35 cittadini greci e un uomo albanese sull'isola greca di Lesbo per aver eretto una croce cristiana di metallo. Doveva rimpiazzare una precedente croce eretta nell'agosto 2018 (ne parlavamo
qui) e distrutta da ignoti qualche giorno dopo. In quell'occasione nessuno era stato arrestato.
I 36 uomini sono stati arrestati con l'accusa di occupazione illegale di proprietà pubblica e di costruzione abusiva.
La croce cristiana viene ritenuta da alcuni come offensiva per i molti migranti, in maggioranza musulmani, che approdano sull'isola greca, divenuta negli scorsi anni uno dei punti di arrivo principali per i richiedenti l'asilo e i clandestini. Di conseguenza la croce cristiana è ormai al centro di una controversia che oppone da una parte le ONG e gruppi pro-migranti presenti
sull'isola, e una parte dei cittadini residenti che vorrebbero fosse mantenuta.
Fra quest'ultimi vi è un gruppo, denonimato "Cittadini liberi", che in un comunicato diffuso il mese scorso ha affermato, in merito alla rimozione della croce, che la "massa siriaca, che devasta il potere del nostro paese, ha raggiunto il suo obiettivo più alto: la distruzione totale e l'estinzione di ogni elemento greco e cristiano della nostra cultura greco-ortodossa".
In un breve video, pubblicato da "Euronews" (disponibile
qui, in inglese) uno degli abitanti arrestati afferma: "Sembra che abbiamo disturbato molte persone. Le accuse per le quali siamo stati arrestati sono ridicole. E se la fanno a pezzi (la croce), la rialzeremo di nuovo. Devono capire che questa è la nostra terra, questa è la nostra religione e questo è il nostro simbolo ".