SVIZZERA/USA - Stanno emergendo rivelazioni scomode sul perché la Svizzera si trovi oggi colpita da un dazio del 39% imposto dagli Stati Uniti di Donald Trump. Secondo il giornalista Marcus Somm (Nebelsplater), già a maggio era pronto un accordo favorevole tra Berna e Washington. Tuttavia, due consiglieri federali – Beat Jans e Ignazio Cassis – lo avrebbero fatto saltare per non irritare l’Unione europea e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
Ironia della sorte, sottolinea Marchesi, è stata proprio l’UE che ha poi ottenuto condizioni migliori con gliUSA. Come se non bastasse, anche la presa di posizione di Cassis sul riconoscimento dello Stato palestinese – definita “discutibile” sul piano della tempistica – avrebbe contribuito a irritare Washington.
Secondo questa tesi, si sarebbe dunque sacrificata un’intesa con gli USA per spingere la Svizzera verso un accordo di sottomissione con l’Unione europea. “Ogni mezzo sembrerebbe lecito per arrivarci”, afferma il consigliere nazionale, avvertendo che se fosse vero si tratterebbe di un fatto di “gravità estrema”.
Resta ora da capire se queste indiscrezioni troveranno conferma nelle prossime settimane. La domanda politica, però, è già sul tavolo: a Berna c’è chi lavora più per Bruxelles che per la Svizzera?