BRATISLAVA - Venerdì sono iniziati i Mondiali del gruppo A in Slovacchia. La Svizzera ha esordito con una vittoria sull’Italia, per poi affrontare ieri la Lettonia. Intanto però gli appassionati di hockey ed in particolare quelli di fede bianconera sono rimasti sorpresi dalla convocazione di Alessio Bertaggia, figlio d’arte, che Patrick Fischer aveva chiamato per le amichevoli di aprile senza per altro garantirgli nulla. Come giusto del resto.
Dobbiamo essere sinceri: non erano moltissimi a scommettere su una presenza del 25enne attaccante dell’HC Lugano alla rassegna iridata, nella quale i rossocrociati cercheranno di ripetere l’edizione scorsa, durante la quale furono protagonisti di una clamorosa cavalcata, finita purtroppo con la sconfitta in finale contro la Svezia (ai rigori!). Alessio, partendo dal basso, è riuscito con impegno e dedizione ad ottenere la fiducia di Fischer, che lo ha perciò chiamato per far parte della spedizione in terra slovacca.
Alessio, sorpreso?
E stata sicuramente una cosa che è maturata nelle ultime settimane. Nei primi giorni del campo d’allenamento ho preso la questione con la massima fiducia, tranquillo, devo dire anche un po’divertito, ma sempre dando il massimo. Le cose si messo poi messe nel verso giusto. Chiaro: dopo una stagione difficile come quella trascorsa a Lugano, la voglia di far bene era tanta. C’è la possibilità di riscattarsi immediatamente e non attendere settembre con l’avvio del nuovo campionato. Ho sentito subito la fiducia del duo Fischer/Wohlwend. Mi hanno dato tanta responsabilità nelle prime amichevoli in Russia e giocando con serenità, senza mettermi addosso troppo pressione, sono riuscito a conquistare la loro fiducia.
Quando hai capito che potevi essere convocato?
Difficile dirlo, non saprei. Fino alla fine ho sempre avuto qualche dubbio, perché non sapevo cosa potesse succedere. Ovvio: verso la fine ho iniziato a crederci. Ho superato il primo taglio, scendevo regolarmente in pista. La voglia di esserci saliva, l’occasione era ghiotta per raggiungere un obiettivo primario, era peccato mancarlo. Una cosa maturata pian pianino, che ha avuto un lieto fine.
Il Mondiale, del resto, è un Mondiale…
Assolutamente sì. Qualcosa che non avevo mai fatto e che avrei voluto fare prima poi. Sono felicissimo di questa opportunità ricevuta. A livello giovanili avevo partecipato a un Mondiale U18 e due Mondiali U20, bellissime esperienza, ci mancherebbe! Ma questo ha sicuramente un altro sapore. Per un giocatore è il massimo: vestire la maglia della propria nazione ad unMondiale è un onore…
Che ambiente hai trovato in seno alla Nazionale?
Direi senza ombra di dubbio un super ambiente. I due tecnici, Fischer e Wohlwend, che
Dobbiamo essere sinceri: non erano moltissimi a scommettere su una presenza del 25enne attaccante dell’HC Lugano alla rassegna iridata, nella quale i rossocrociati cercheranno di ripetere l’edizione scorsa, durante la quale furono protagonisti di una clamorosa cavalcata, finita purtroppo con la sconfitta in finale contro la Svezia (ai rigori!). Alessio, partendo dal basso, è riuscito con impegno e dedizione ad ottenere la fiducia di Fischer, che lo ha perciò chiamato per far parte della spedizione in terra slovacca.
Alessio, sorpreso?
E stata sicuramente una cosa che è maturata nelle ultime settimane. Nei primi giorni del campo d’allenamento ho preso la questione con la massima fiducia, tranquillo, devo dire anche un po’divertito, ma sempre dando il massimo. Le cose si messo poi messe nel verso giusto. Chiaro: dopo una stagione difficile come quella trascorsa a Lugano, la voglia di far bene era tanta. C’è la possibilità di riscattarsi immediatamente e non attendere settembre con l’avvio del nuovo campionato. Ho sentito subito la fiducia del duo Fischer/Wohlwend. Mi hanno dato tanta responsabilità nelle prime amichevoli in Russia e giocando con serenità, senza mettermi addosso troppo pressione, sono riuscito a conquistare la loro fiducia.
Quando hai capito che potevi essere convocato?
Difficile dirlo, non saprei. Fino alla fine ho sempre avuto qualche dubbio, perché non sapevo cosa potesse succedere. Ovvio: verso la fine ho iniziato a crederci. Ho superato il primo taglio, scendevo regolarmente in pista. La voglia di esserci saliva, l’occasione era ghiotta per raggiungere un obiettivo primario, era peccato mancarlo. Una cosa maturata pian pianino, che ha avuto un lieto fine.
Il Mondiale, del resto, è un Mondiale…
Assolutamente sì. Qualcosa che non avevo mai fatto e che avrei voluto fare prima poi. Sono felicissimo di questa opportunità ricevuta. A livello giovanili avevo partecipato a un Mondiale U18 e due Mondiali U20, bellissime esperienza, ci mancherebbe! Ma questo ha sicuramente un altro sapore. Per un giocatore è il massimo: vestire la maglia della propria nazione ad unMondiale è un onore…
Che ambiente hai trovato in seno alla Nazionale?
Direi senza ombra di dubbio un super ambiente. I due tecnici, Fischer e Wohlwend, che
conoscevo già dalla loro esperienza luganese, sono ottimi tecnici, delle persone squisite, che chiedono a noi giocatori sempre il massimo. C’è inoltre il giusto equilibrio tra il duro lavoro e ho un certo “divertimento.” Poi ho ritrovato compagni che giocavano con me nelle nazionali giovanili. Un ambiente insomma tranquillo ma motivatissimo a dare il massimo per raggiungere grandi obiettivi.
Che Fischer hai trovato? Diverso da quello che allenava a Lugano?
Che Fischer hai trovato? Diverso da quello che allenava a Lugano?
L’ ho trovato migliorato sotto ogni aspetto: le esperienze avute lo hanno fatto crescere, lo hanno aiutato nel trovare i giusti equilibri. Un allenatore diverso da quello che conoscevo dal periodo passato con lui in Ticino, davvero...
Che Mondiale ti aspetti?
Sappiamo tutti che la Svizzera è arrivata al secondo posto lo scorso anno, un risultato eccellente. Sarebbe bello ripetersi…Anzi migliorare! Ma credo che dovremo prendere partita per partita, facendo così potremo esprimerci al meglio. Di certo non ci saranno partite facili. Nello sport, nell’hockey in particolare può succedere di tutto e di più. Sarà fondamentale portare il massimo rispetto per qualsiasi Nazionale che incontreremo…
Hai seguito in passato le partite della Nazionale in TV?
Sì, guardavo spesso queste partite, ma in generale seguo tutto lo sport. Lo scorso anno ho comunque seguito i Mondiali e mi sono emozionato nel vedere la Svizzera arrivare ad un passo dal titolo.
Cosa conosci di Bratislava?
Personalmente non la conosco. Non ho mai avuto la possibilità di visitarla. Sarà una cosa completamente nuova per me. Sia dal lato “turistico” come pure da questo sportivo. Sono molto eccitato di partecipare a questo torneo e toccare con mano una realtà per me completamente nuova.
Avevi già fatto altri programmi per questo periodo?
No, assolutamente avevo lasciato aperta qualsiasi opzione. Onestamente non c'è altro posto al mondo dove vorrei essere adesso se non a Bratislava. Una stagione più lunga del solito. Ci sarà meno tempo per la preparazione estiva con il Lugano. Ma non penso al futuro, mi godo questo periodo, cercherò di dare il meglio.
Parlando di futuro, non si può non parlare del Lugano. Che squadra potremo attenderci?
Sicuramente il fatto che abbiamo un nuovo allenatore nella persona del tecnico finnico Sami Kapanen, che porterà nuovi input, è assai positivo. Ci sarà la possibilità di riscrivere nuove pagine, di dimostrare a noi che possiamo fare di più dello scorso torneo. La voglia di fare meglio c'è; dovremo imparare dai nostri errori, che purtroppo non avremmo dovuto fare…
JACK PRAN
Che Mondiale ti aspetti?
Sappiamo tutti che la Svizzera è arrivata al secondo posto lo scorso anno, un risultato eccellente. Sarebbe bello ripetersi…Anzi migliorare! Ma credo che dovremo prendere partita per partita, facendo così potremo esprimerci al meglio. Di certo non ci saranno partite facili. Nello sport, nell’hockey in particolare può succedere di tutto e di più. Sarà fondamentale portare il massimo rispetto per qualsiasi Nazionale che incontreremo…
Hai seguito in passato le partite della Nazionale in TV?
Sì, guardavo spesso queste partite, ma in generale seguo tutto lo sport. Lo scorso anno ho comunque seguito i Mondiali e mi sono emozionato nel vedere la Svizzera arrivare ad un passo dal titolo.
Cosa conosci di Bratislava?
Personalmente non la conosco. Non ho mai avuto la possibilità di visitarla. Sarà una cosa completamente nuova per me. Sia dal lato “turistico” come pure da questo sportivo. Sono molto eccitato di partecipare a questo torneo e toccare con mano una realtà per me completamente nuova.
Avevi già fatto altri programmi per questo periodo?
No, assolutamente avevo lasciato aperta qualsiasi opzione. Onestamente non c'è altro posto al mondo dove vorrei essere adesso se non a Bratislava. Una stagione più lunga del solito. Ci sarà meno tempo per la preparazione estiva con il Lugano. Ma non penso al futuro, mi godo questo periodo, cercherò di dare il meglio.
Parlando di futuro, non si può non parlare del Lugano. Che squadra potremo attenderci?
Sicuramente il fatto che abbiamo un nuovo allenatore nella persona del tecnico finnico Sami Kapanen, che porterà nuovi input, è assai positivo. Ci sarà la possibilità di riscrivere nuove pagine, di dimostrare a noi che possiamo fare di più dello scorso torneo. La voglia di fare meglio c'è; dovremo imparare dai nostri errori, che purtroppo non avremmo dovuto fare…
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