"Di fronte a questa continua omertà si avvicina sempre più l’ impellente necessità di istituire una Commissione Parlamentare d’Inchiesta per far luce su quanto di più schifoso avvenne 15 anni fa tra le mura pubbliche a Bellinzona". Con queste parole, qualche settimana fa, il presidente del PPD Fiorenzo Dadò faceva intendere di voler andare fino in fondo in merito alla vicenda del funzionario di Stato, responsabile delle politiche giovanili, che ha abusato delle ragazzine.
Detto, fatto. Tramite una richiesta interpartitica, Dadò e gli altri deputati hanno formalmente chiesto all'Ufficio Presidenziale del Gran Consiglio di "intraprendere i passi necessari per l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) inerente l’operato dei funzionari e dei servizi competenti riguardo ai gravi fatti avvenuti all’inizio degli anni 2000 dentro e fuori gli uffici del Dipartimento Sanità e Socialità (DSS)".
"Il 29 gennaio 2019 – si legge nel testo – la Corte delle assise criminali, presieduta dal giudice Marco Villa, rendeva la sentenza di primo grado nel processo a un noto funzionario del DSS, tale B. La sentenza, relativamente mite, ha visto il funzionario giudicato colpevole, tuttavia con una pena sospesa condizionalmente. In maniera del tutto clamorosa, il presidente della Corte ha espresso le seguenti parole durante la lettura orale del verdetto: “Come rappresentante dello Stato vi chiedo scusa”. Così il giudice si è rivolto alle tre imputate, spiegando il suo disappunto al fatto che nel 2005, dopo le prime segnalazioni, non sia stato dato seguito a nessuna procedura amministrativa. "Non sono stati chiesti consigli a chi poteva darli, ma soprattutto queste giovani donne non sono state accompagnate nel percorso di rivelazione". Durante la lettura della sentenza si è spiegato come alcuni episodi di violenza carnale prescritti siano comunque stati considerati riconosciuti. La sentenza è stata impugnata ed ora il caso è pendente dinanzi alla Corte di appello e revisione penale".
E ancora: "Al di là del caso singolo del funzionario B., che sarà oggetto di processo penale ed eventualmente civile con le vittime, questo caso ha messo in luce alcune circostanze inquietanti circa un atteggiamento generalizzato di omertà e copertura nell'Amministrazione cantonale, a fronte di gravi crimini contro la sfera sessuale, aspetto che è stato aspramente criticato anche da parte del giudice Villa".
"Il Consiglio di Stato ha riferito che "non appena ricevuta comunicazione dal Ministero pubblico, nel giugno dello scorso anno, dell’apertura di un procedimento penale nei confronti di un collaboratore del DSS, ha immediatamente