Sport, 18 ottobre 2019

Spooner-Lugano, siamo ai titoli di coda. Chi ci guadagna?

L’addio dell’attaccante canadese, dopo sole 2 partite disputate, è ormai imminente. La KHL chiama, ma i bianconeri possono incassare un addio di questo calibro senza remore?

LUGANO – Ormai ci siamo, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto può essere quello dell’addio. L’addio di Ryan Spooner alla Cornér Arena, al Lugano, all’HCL e alla Svizzera. Sicuramente verrà ricordato come una meteora bianconera, ma forse l’hockey svizzero, e soprattutto quello bianconero, potrebbe rimpiangere la sua partenza. 325 partite in NHL – con 48 gol e 119 assist – non le giochi a caso, ma evidentemente la scintilla non è mai scoppiata, la luce non si è mai accesa e l’idillio col bianconero non è mai sbocciato.

In realtà risulta difficile dare torto sia al 27enne di Ottawa, che a Sami Kapanen: da una parte dopo 11 tribune consecutive – 12 considerando quella ormai sicura di stasera (sempre se sarà a Berna) – è immaginabile che il livello di sopportazione del centro ex NHL sia arrivata al limite, dall’altra l’head coach dopo le prime 2 sconfitte in campionato ha trovato un equilibrio importante, che ha permesso al suo Lugano di ottenere punti praticamente sempre, fatta eccezione per la sfida casalinga col Friborgo e per la trasferta di Losanna dello scorso weekend.

Cambiare non è mai facile quando i risultati arrivano, restare fermi a guardare, continuandosi ad allenare senza mai scendere sul ghiaccio, d’altra parte, è frustrante. E proprio questa frustrazione, dovuta a una scelta tecnica-tattica che non ci sentiamo di condannare, porterà Spooner lontano da Lugano a breve: la KHL chiama, la Dinamo Minsk in particolare. In Bielorussia Spooner vestirà quella maglia che
anche Pettersson, quando lasciò Lugano, indossò, dopo una breve parentesi alla Torpedo Nizhny Novgorod.

La scelta di Domenichelli di portarlo sulle rive del Ceresio non è stata sbagliata, anche perché un centro – che può giocare anche da ala – di questo peso non si può mai considerarlo un acquisto sbagliato. Ma è innegabile che dopo le prime due partite in cui Spooner non ha brillato (così come il resto della squadra) non ha più visto il ghiaccio. Non un cambio, non è stato cercato un nuovo equilibrio tattico per far convivere il suo talento con quello di Klasen – i due spesso dividono il tempo fuori dalla pista – o con qualche altra ala di indubbio valore, visto che all’inizio era stato schierato con Fazzini e Suri.

Kapanen ha continuato col 2+2, viste le difficoltà palesate dalla squadra in fase difensiva durante l’estate: ecco forse dove nasce l’equivoco tattico. Ovvero portare a Lugano un giocatore importante senza prima capire dove la rosa potesse fare acqua: con l’arrivo di Othamaa, e il passaggio a 2 stranieri difensivi, il ballottaggio è diventato inevitabile: o Linus o Ryan. Un ballottaggio che ha portato all’imminente addio.

Il campionato è lungo. Ci sarà da capire se questo Lugano riuscirà a portare a termine il campionato con questi 4 stranieri, se lo stesso Othamaa rinnoverà il suo contratto fino a fine stagione e se i centri in rosa riusciranno a sopportare il carico di lavoro e di stress che la nostra lega richiede. Chi ci guadagnerà?

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