Svizzera, 19 ottobre 2019
Lei non voleva abortire allora lui la prende a martellate, condannato (ma non espulso)
Un 34enne serbo è stato condannato giovedì dal tribunale penale di Lucerna a tre anni di carcere, di cui uno da espiare per aver tentato di far abortire una donna incinta di suo figlio prendendola a martellate.
I fatti risalgono a novembre 2016. Secondo l'accusa, l'imputato, un serbo che vive in Svizzera dal 1993, aveva avuto rapporti sessuali con la vittima nonostante vivesse da diversi anni con un'altra donna. Quando la prima ha scoperto di essere incinta, ha informato l'uomo tramite SMS.
Ma quando lui li ha chiesto di interrompere la gravidanza, lei si era opposta. Il 34enne si è quindi recato a casa dell'amante e l'ha aggredita prima con un martello e poi con

un apparecchio elettroshock con l'obbiettivo di farla abortire. Nonostante le ferite, la donna era riuscita a scappare.
La vittima ha subito un trauma addominale, costole rotte, lividi e lesioni cutanee e ha dovuto trascorrere quattro giorni in ospedale.
L'imputato nega di aver voluto eseguire un aborto forzato. Ci fu uno scambio di parole, poi un scontro fisico, spiegò. Quindi riportò la donna nel suo appartamento. Sostiene di aver preso un martello con sé perché aveva paura del cane della vittima e di non mai aver voluto ferire il bambino.
L'uomo non sarà espulso dalla Svizzera perché la corte lo ha considerato come un caso di rigore.