Sport, 13 gennaio 2020
Tra gioie e dolori, tra passione e sofferenza, HCL e HCAP restano invitate al ballo playoff
3 punti a testa nel weekend per le ticinesi: gli stessi ottenuti dal Berna e dal Friborgo. Le speranze per bianconeri e biancoblù restano ancora vive
LUGANO/AMBRÌ – Non sarà un finale di stagione per deboli di cuore quello che attende i tifosi del Lugano e dell’Ambrì e non solo: l’ennesimo weekend hockeystico non ha praticamente mosso di un millimetro la classifica intorno alla linea, con i bianconeri fermi a -2 dall’ottavo posto del Berna e i biancoblù a -3. A conti fatti l’unico a sorridere davvero è il Friborgo che ha giocato una sola partita e l’ha vinta contro il Losanna e si ritrova a -3 dagli Orsi ma con 2 partite da giocare in più.
Quando Paolo Sorrentino scrisse e realizzò il suo capolavoro “La Grande Bellezza”, sicuramente, non si è ispirato a questo Lugano che bello di sicuro non lo è, ma che quando gioca con testa dimostra attributi e grinta. Il regista italiano nel 2014 vinse l’Oscar come miglior film straniero, ieri i bianconeri hanno vinto una sfida che definirla cruciale sarebbe anche poco. Dopo la brutta prestazione di sabato a Davos, contraddistinta da errori, penalità ingenue e macchiata da giocate da bollino rosso – a immagine di quanto mostrato per esempio da Loeffel – i ragazzi di Pelletier si sono ritrovati nuovamente a -5 dal Berna e nel back to back contro i grigionesi davvero non potevano fallire.
Ecco perché la bellezza nel gioco – fatta eccezione per lo splendore regalato da Klasen sul gol del definitivo 2-1 – in questo momento in casa Lugano conta poco o nulla: ciò che davvero assume un valore inimmaginabile ora sono i punti. E i tre ottenuti sudando, lottando, chiudendo
ogni varco anche in 4 contro 6, come nel finale, erano di capitale importanza. Ciò che preoccupa però, è che se il powerplay ultimamente funziona in maniera importante, i bianconeri si accendono quasi esclusivamente quando sul ghiaccio c’è la prima linea, ovvero quella di Bertaggia, Klasen e dell’azzeccato acquisto McIntyre. Certo con Zurkirchen e con Schlegel l’HCL sa di poter contare su due ottimi portieri, ma c’è bisogno come il pane delle reti anche delle altre linee.
Se il Lugano dopo ieri può tirare un sospiro di sollievo e mettere nel mirino la terribile trasferta di Ginevra di martedì, anche l’Ambrì può sollevare la testa anche se dovrebbe mangiarsi le mani. Certo, dopo 5 sconfitte consecutive, ritrovarsi ancora a -3 dalla linea è un qualcosa degno di nota, ma farsi battere in casa dal Rapperswil potrebbe esser stato deleterio. Il KO di sabato è stato immediatamente cancellato dalla netta e meritata vittoria colta ieri proprio in casa dei san gallesi, ma quel successo dimostra che superare Cervenka e compagni sotto le volte della Valascia era fattibilissimo, oltre che basilare.
In ogni caso Cereda può coccolarsi Upshall che quando gioca timbra sempre in cartellino, con reti anche pesanti, ma così come il Lugano, anche l’Ambrì ha necessità di ritrovare brio e gol un po’ da parte di tutti i suoi giocatori. Mancano 14 partite e di acqua sotto i ponti ne passerà ancora, ma doversi recare venerdì a Zugo sarà tutt’altro che una passeggiata…