Sport, 28 febbraio 2020
Coronavirus: arrivano gli italiani, si chiudono i negozi
Davvero particolare la situazione vissuta mercoledì mattina a Lione, dove diversi negozi non hanno aperto le loro porte nel giorno della sfida di Champions League
LIONE (Francia) – Il Coronavirus è arrivato anche in Svizzera, anche in Ticino, e tutti i casi registrati fin qui nel nostro Paese sono legati in qualche modo all’Italia, dove il virus ha colpito oltre 500 persone soltanto nel Nord. L’allerta è massima, i controlli continuano, anche se già in diversi, sempre nella vicina Penisola, sono stati dimessi dagli ospedali e/o sono guariti.
La preoccupazione resta alta in ogni caso, anche se a volte sfocia in psicosi. Ne è un esempio lampante quanto avvenuto nella giornata di mercoledì in Francia, a Lione, dove si è tenuta la partita di Champions League tra i padroni di casa e la Juventus. Con tanti italiani che stavano per varcare il confine – e con

i controlli alle dogane che praticamente sono stati nulli – i sindaci di Meyzieu e di Decines, le zone dove si trova il Groupama stadi, nella giornata di martedì avevano chiesto, inutilmente, di vietare l’arrivo dei supporters bianconeri a causa del Coronavirus.
Con gli oltre 3'000 italiani sparsi per la città, mercoledì mattina tanti negozi… hanno tenuto le porte chiuse. Incredibilmente tanti negozianti, infatti, hanno preferito non correre nessun rischio, anche a costo di rinunciare a qualche guadagno in più. Quei pochi negozi – bar e ristoranti a parte – che erano aperti, lo facevano notare in maniera chiara, con tanto di scritta “Ouvert” appesa alle porte d’ingresso.