Mondo, 14 luglio 2020
Boicottiamo chi boicotta con la scusa del “razzismo”
E’ ora di fermare l’odio di $inistra e l’escalation delle cretinate politikamente korrette
La stoltezza degli odiatori sedicenti antirazzisti, che invece sono i primi ad essere razzisti contro i bianchi e contro l’Occidente, non conosce davvero limiti. Il detonatore dell’idiozia collettiva è noto: l’uccisione a Minneapolis da parte della polizia di un pregiudicato di colore, con sul groppone una lunga serie di condanne per reati della massima gravità. Così un delinquente si trasforma di colpo in un santo ed un problema legato ad una realtà particolare, quella statunitense, viene venduto come globale. Perché va detto chiaro e netto: in Svizzera non c’è alcun problema reale di razzismo. Se non quello importato da migranti economici che sono razzisti, misogini, antisemiti, cristianofobi e omofobi. Ma naturalmente questo razzismo nei confronti dell’occidente non interessa ai soldatini della casta multikulti e spalancatrice di frontiere. Perché il presunto razzismo viene montato come la panna per sdoganare politiche di immigrazione e di accoglienza indiscriminata. Tutto ciò che non è in linea con tale obiettivo viene ignorato, quando non negato. Per raggiungere lo scopo vengono anche create inutili commissioni federali, naturalmente occupate da politicanti del partito giusto.
Gara penosa
Così, nel nome del presunto “antirazzismo”, da varie settimane ormai si assiste ad una penosa gara a chi spara la cretinata più grossa. Da Winston Churchill razzista, alla statua della sirenetta a Copenhagen imbrattata con la scritta “pesce razzista” (e la povera razza, intesa come pesce, cosa dovrebbe dire allora?) agli scacchi che sarebbero razzisti perché il bianco muove prima. Dalle nostre parti abbiamo avuto la censura dei Moretti da parte di Migros e Manor: un’iniziativa che ha coperto la Svizzera di ridicolo davanti al mondo intero.
La casta segue
Ora, che ci siano degli esagitati, più ignoranti di capre (con tutto il rispetto per le capre) che continuano a starnazzare idiozie immani spacciandole per “antirazzismo” è un conto. Ma che ci siano poteri economici e politici pronti a dare corda a questa foffa, è allarmante. Caterina di Russia diceva che la Luna non muta il proprio corso per l’ululare dei cani. Invece noi assistiamo allo spettacolo penoso e demenziale della messa al bando dei Moretti della Dubler da parte di Migros e Coop, della l’Oréal che cancella il termine “sbiancante” dalle proprie creme per la pelle, del distributore che bandisce Via col vento in quanto film razzista, e chi più
ne ha più ne metta.
La censura
Le pretese censorie dei politikamente korretti si moltiplicano e colpiscono anche i social accusati di “fomentare odio”. Posizioni contrarie al pensiero unico spalancatore di frontiere e mondialista diventano infatti, automaticamente, dei “discorsi di odio”. Non dimentichiamo che
abbiamo in ballo il patto ONU sulla migrazione che prevede proprio questo: sui migranti si può riferire solo in positivo. Per contro, l’odio di $inistra è giustificato e sacrosanto.
Dove si vuole andare a parare è evidente. L’obiettivo sono la censura e la criminalizzazione delle posizioni non allineate. E poi a $inistra hanno ancora il coraggio di riempirsi ipocritamente la bocca con il “valore della diversità”? Che tolla!
Rifarsi una verginità?
Sicché la Dubler, produttrice degli eversivi e pericolosissimi Moretti, viene boicottata da Migros e Manor. Le quali, dopo essersi farcite di frontalieri a scapito dei residenti, pensano magari di rifarsi una verginità presso una parte dell’opinione pubblica con cretinate del genere. Altrove multinazionali come la Coca Cola, che ne fanno peggio di Bertoldo, si spacciano per buoniste boicottando facebook, che già censura alla grande, ma secondo i nuovi talebani di $inistra non ancora abbastanza. Ovviamente si vuole costringere il social, con i ricatti commerciali, a bloccare i profili di “destra”. Perché da $inistra si può diffondere odio e razzismo a tonnellate, però nessuno ha mai niente da dire.
E, tanto per dirne una, si è forse sentito un qualche intellettualino rosso da tre e una cicca emettere un cip sul movimento politico sudafricano che incita alla violenza contro i bianchi? Ma quando mai. Simili aberrazioni non vengono condannate. Al contrario, ci si arrampica goffamente sui vetri per tentare di giustificarle.
Il potere dei consumatori
La domanda a questo punto è una sola. Partendo dal presupposto che la maggioranza dei cittadini - e quindi dei consumatori - non si sia ancora bevuta il cervello: possibile che non si riesca ad organizzare un bel boicottaggio nei confronti delle aziende che ne boicottano altre lanciando farneticanti accuse di razzismo? Non è difficile. Basta smettere di comprare i loro prodotti e di entrare nei loro negozi. Alla fine, il potere economico ce l’hanno i consumatori. Ma devono essere in tanti.
Lorenzo Quadri / MDD