Sport, 23 luglio 2020

Il nuovo sigillo di Inler e lo strapotere di Erdogan: la prima volta del Basaksehir

La vittoria del campionato della squadra del presidente turco sta facendo molto parlare e discutere

ISTANBUL (Turchia) – Dopo aver toccato l’apice della carriera, soprattutto con la maglia del Napoli e del Leicester (è stato campione d’Inghilterra), e dopo aver provato a più riprese a prendere per mano la Svizzera, Gokhan Inler ha deciso di provare l’esperienza nella “sua” Turchia, indossando una maglia non a caso, una maglia che fa discutere da tempo: quella del Basaksehir. A conti fatti quella di Inler è stata una scelta giusta, azzeccata, visto che nello scorso weekend ha conquistato il primo storico campionato della formazione turca, battendo la concorrenza delle ben più blasonate Galatasaray, Fenerbahce, Besiktas e Trabzonpor.

Ma è lo stesso club di Istanbul a far parlare di sé, non tanto per i risultati sportivi (ottimi), ma perché è la squadra  legata a Recep Erdogan, il presidente della Turchia che ha fatto e sta facendo di tutto per portare ai vertici un club che, a conti fatti, è seguito da circa 2500 tifosi – molti obbligati dal sistema turco – e che quasi nessuno nel Paese guarda con simpatia.

Il presidente del club, Goksel Gumusdag, è un funzionario dell’AKP, il Partita per
la Giustizia e lo Sviluppo fondato proprio da Erdogan. I colori sociali richiamano quelli della formazione politica e lo stadio, il Fatih Terim, è stato costruito in tempi record (14 mesi di lavoro) con un esborso di 43'000'000 di Euro: conta 18'000 posti e ha ottenuto dalla UEFA ben cinque stelle.

Quando l’ormai ex BB Instanbul ottenne l’agognata promozione in Super Lig nel 2013, fu trasformata da Erdogan in uno strumento di propaganda per le successive elezioni. Ma alle spalle della crescita esponenziale del club c’è stato anche un sapiente assemblaggio della rosa. A partire dallo stesso Inler, passando per giocatori di indubbio valore come Robinho, Demba Ba, Skrtel, Clichy e via dicendo…

Nel contempo, dopo il trionfo casalingo, il Basaksehir punta dritto anche all’Europa: ad agosto sarà impegnato in Europa League con un piede già nei quarti di finale. E così tra mugugni, tra sguardi di sfida e certamente non di ammirazione, il club di Erdogan – la cui immagine con la maglia numero 12, numero tra l’altro ritirato, capeggia all’interno dello stadio – è pronto a dare battaglia anche nel Vecchio Continente.

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