Svizzera, 20 ottobre 2020
Voleva uccidere il marito dell'ex-moglie, dopo tre anni di carcere dovrà lasciare la Svizzera
Il Tribunale federale ha confermato la condanna di un cittadino originario dei balcani per atti preparatori ad atti criminali. L'uomo aveva minacciato un rivale, aveva fatto degli avvistamenti e comprato un'arma per ucciderlo.
Il condannato serbava rancore nei confronti del marito della sua ex moglie. Nel luglio 2018, aveva filmato l'auto del suo futuro obiettivo davanti a casa sua. Successivamente, aveva acquistato illegalmente una pistola e delle munizioni con l'intento.
Il piano criminale si era quasi concretizzato nel novembre di quell'anno, quando l'uomo si era presentato al ristorante dove lavorava il suo rivale. Gli mostrò un caricatore di pistola carico e disse:
"Cinque proiettili per te saranno sufficienti". In seguito si era presentato nuovamente al ristorante altre due volte ma il suo obiettivo era assente.
I due si erano poi messi d'accordo per telefono per incontrarsi con l'aspirante killer che aveva promesso all'altro che gli avrebbe "spiegato come vanno le cose nei Balcani". All'incontro la polizia ha infine fermato l'uomo condannato, il quale al

momento dell'arresto portava una pistola carica nella giacca.
Nel febbraio 2020 il tribunale del canton Vaud lo ha ritenuto colpevole di minacce, atti criminali preparatori, violazioni della legge sulle armi e della legge sugli stranieri. È stato condannato a tre anni di reclusione, all'espulsione dal territorio svizzero per 12 anni e al risarcimento dei danni morali per 16'000 franchi. Il suo rivale, a causa della vicenda, soffre di un disturbo da stress post-traumatico.
Con una sentenza pubblicata lunedì, il Tribunale federale ha respinto il ricorso del condannato sottolineando come il condannato aveva effettivamente adottato misure concrete per mettere in pratica uno o più atti criminali. In questo caso specifico, l'acquisto di una pistola e di munizione e la sorveglianza del ristorante del suo rivale sono stati giudicati come tali. Inoltre, le minacce e il fatto di essersi recato all'incontro hanno convinto i giudici che l'uomo stesse effettivamente per uccidere il suo obiettivo e che solo l'intervento della polizia ha evitato che il condannato dovesse rispondere di un reato ancora più grave.