“All’inizio ci fu un seguito pazzesco, con tanti tesserati e l’entusiastica adesione dei giovani. Poi col tempo c’è stato un certo declino ma la passione è sempre rimasta tale”. Oggi, a causa del Covid-19, l’attività è stata interrotta e sino a primavera difficilmente si tornerà a giocare. “Le misure del Consiglio federale non hanno risparmiato lo sport amatoriale, motivo per cui ci siamo finiti dentro senza possibilità di alternativa. Peccato, perché la stagione era appena iniziata e le cose non stavano andando male…”, afferma deluso Buholzer.
L’allenatore dei Rangers, che abita da anni a Scudellate (in Val di Muggio), non ha però perso la speranza che tutto torni alla normalità. “È un momentaccio e la vita è profondamente cambiata per tutti. Sono sicuro che se faremo la nostra parte, alla fine questa brutta storia finirà. Come società non possiamo far altro che prendere atto della momentanea chiusura e programmare il futuro. Non vogliamo farci trovare impreparati”, aggiunge l’ex attaccante dell’HC Lugano.
Ma veniamo al trentesimo anniversario della federazione ticinese. “Un boom incredibile quello degli Anni Novanta. Ricordo che alcuni discatori della massima serie di hockey durante l’estate si cimentavano nei nostri tornei. Nella Svizzera interna, poi, questo sport visse un’espansione incredibile. Anche i giornali ne parlavano. E in Ticino, nel frattempo,
cominciarono a sorgere i primi club”, racconta Buholzer.
Tanto per ricordare in quegli anni il Ticino salì agli onori della cronaca. Arrivarono sei titoli svizzeri ed sei coppe nazionali, conquistati dallo Skater Club Grancia (1990, 1991 e 1994) poi diventato Rangers Pregassona (1995, 1998 e 2000). “Se non mi sbaglio i Rangers giunsero tre volte in semifinale di Coppa Europa, un traguardo affatto scontato”, dice Buholzer, secondo il quale “quelli furono tempi memorabili, eppure sui giornali non si dava abbastanza risalto. Sembrava che fossimo figli di un dio minore. In realtà c’era un movimento in crescita e molto attivo”.
Tanto per ricordare in quegli anni il Ticino salì agli onori della cronaca. Arrivarono sei titoli svizzeri ed sei coppe nazionali, conquistati dallo Skater Club Grancia (1990, 1991 e 1994) poi diventato Rangers Pregassona (1995, 1998 e 2000). “Se non mi sbaglio i Rangers giunsero tre volte in semifinale di Coppa Europa, un traguardo affatto scontato”, dice Buholzer, secondo il quale “quelli furono tempi memorabili, eppure sui giornali non si dava abbastanza risalto. Sembrava che fossimo figli di un dio minore. In realtà c’era un movimento in crescita e molto attivo”.
Con il passare del tempo ecco che il Sayaluca di Cadempino diventa la squadra di riferimento del movimento cantonale. Vince il titolo nel 2018, due Supercoppe, una Coppa e due medaglie di bronzo in Coppa Europa e nella Coppa delle Coppe. “Questo dimostra la validità tecnica dello skater ticinese che nel corso degli ultimi anni ha comunque creato attorno a sé uno zoccolo duro di appassionati che seguono con grande entusiasmo le partite dei nostri campionati”, dice Marco Buholzer, che come detto prima ha alle spalle un buon curriculum da giocatore. Ho cominciato proprio negli Anni Novanta. Dividevo i miei impegni sportivi fra l’hockey su ghiaccio e lo skater. Poi mi sono concentrato solo sull’inline, militando per diverse stagioni con il Capolago, una delle prime realtà ticinesi di questa disciplina. Arrivammo in A e fu una esperienza indimenticabile”.
Oggi Marco allena i Rangers di Pregassona. In Seconda Lega. “È la quarta categoria ma l’impegno e la dedizione dei ragazzi e di tutti i componenti della società è ammirevole. Per quanto mi concerne posso solo dire che questa avventura nel ruolo di tecnico mi sta prendendo molto. E non è facile, visto che ho una ditta da portare avanti e le ore da dedicare allo skater non sono molte…”
MDD