Svizzera, 17 novembre 2020
La CEDU ferma l'espulsione di un richiedente l'asilo perchè omosessuale
La Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) ha condannato la Svizzera per aver voluto rimpatriare al suo Paese un cittadino gambiano che sostiene essere omosessuale. La CEDU ha ritenuto che i rischi a cui sarebbe esposto non siano stati sufficientemente valutati.
In una sentenza pubblicata martedì, la CEDU ha giudicato che vi sia stata una violazione dell'articolo 3 della Convenzione (divieto di trattamenti inumani e degradanti). Ricordando che l'esistenza di una legge che punisce gli atti omosessuali non è sufficiente ad escludere il rimpatrio, sottolinea che l'orientamento

sessuale del richiedente l'asilo potrebbe essere scoperto se tornasse in Gambia.
Nel 2018 il Tribunale federale aveva ritenuto che la rete familiare della persona sarebbe stata sufficiente a proteggerla e che la situazione degli omosessuali era migliorata nel Paese africano. I giudici di Strasburgo invece non hanno condiviso questo giudizio. A loro avviso, la Svizzera avrebbe dovuto garantire che le autorità locali "avessero la capacità e la volontà" di proteggere il proprio cittadino dai maltrattamenti da parte di attori non statali.