Sport, 22 novembre 2020
L’Ucraina non ci sta e attacca la Svizzera: “Il medico di Lucerna non ha voluto fare i tamponi il giorno della partita”
Il medico ucraino, Artur Hluschenko, ha apertamente attaccato il collega cantonale lucernese che ha messo in quarantena la nazionale di Shevchenko prima della sfida contro i rossocrociati di Nations League
KIEV (Ucraina) – C’è rabbia nelle fila dell’Ucraina dopo l’annullamento della sfida di Nations League di martedì quando a Lucerna i ragazzi di Shevchenko avrebbero dovuto affrontare la Svizzera. La paura di una sconfitta per forfait, che significherebbe retrocessione in Lega B, è grande, così come la rabbia nei confronti del medico cantonale lucernese, Roger Harstall, che aveva messo in quarantena l’intera squadra dell’est.
Il dottor Arthur Hluschenko, come si legge sul sito della Federcalcio ucraina, non è andato sul sottile con le accuse: “I nostri colleghi tedeschi hanno fatto di tutto per risolvere i problemi affinché si disputasse la partita, lavorando al massimo delle loro possibilità, a differenza di quanto avvenuto in Svizzera. Quando a Dresda cinque persone sono risultate positive, la Federcalcio tedesca ha ordinato nuovi test per il giorno

della partita: i tedeschi sono venuti da noi il giorno del match e alle 13 abbiamo effettuato nuovamente i test con il loro laboratorio mobile: tre ore dopo avevamo i risultati. Tutti erano risultati negativi e di conseguenza abbiamo giocato. Invece il medico cantonale di Lucerna si è rifiutato di effettuare i test il giorno della sfida”.
“Le cose possono cambiare da un giorno all’altro. Il medico elvetico invece ha deciso che se ci fosse stata anche solo una persona positiva nelle due squadre avrebbe negato il consenso alla sfida. Ma non so quale sarebbe stata la decisione se i positivi fossero stati riscontrati nelle fila svizzere…”, ha continuato.
Ma non finisce qui. Hluschenko attacca ancora: “I giocatori non hanno potuto utilizzare neanche i bagni della SwissporArena. Una decisione strana visto che a Lucerna nel contempo erano aperti ristoranti e altri locali”.