I popoli che non posseggono la memoria non posseggono il loro futuro, scriveva Nietzsche. E proprio in quest’epoca l’affermazione mostra la sua validità: il consenso viene garantito da canali mediatici appiattiti sul presente, sulla cronaca quotidiana, con una forza senza precedenti. Sembra che i popoli e le politiche estere non esistano più, non si prefiggano alcuna meta. Quel che il genio profetico del filosofo Nietzsche aveva intuito, il grande talento dello scrittore George Orwell ha successivamente illustrato con precisione da grande giornalista in due testi – “ 1984” e “ La fattoria degli animali” – che collegano passato, presente e futuro di una società agghiacciante: quella dominata dal Grande Fratello o, meglio, dai Grandi Fratelli.
Trasformare l’uomo in robot
Perché parlare ora di Orwell? Sono passati 70 anni dalla morte dello scrittore, scadono i diritti d’ autore e sono già pronte nuove traduzioni. Qualsiasi casa editrice può pubblicarle e ce ne accorgeremo appena finito questo incubo da isolamento e potremo ritornare a sfogliare i testi in libreria.
Orwell non rappresenta solo il passato o il suo presente ma prospetta il futuro. Le sue profezie relative al condizionamento dei cervelli non sono solo un caso letterario o un pamphlet contro le dittature del ‘900 ma vogliono colpire proprio l’evoluzione del socialismo reale, del comunismo da metà degli anni ’40.
Il fascismo lui l’aveva combattuto, rischiando di persona nella guerra di Spagna. Odiava violenza ed aggressività ma ora temeva, alla fine della guerra, la grande utopia collettivista. La considerava un progetto irreale ed irrealizzabile mentre il modello del comunismo reale stava per imporsi nell’Europa dell’est. Un progetto egualitario tale da suscitare una reazione istintiva. Per impedirla, per costringere l’uomo nella gabbia ideologica, il Grande Fratello deve controllare il pensiero, riformare la lingua, reprimere gli istinti.
Per riuscire l’utopia egualitaria - che non significa dare a tutti le stesse possibilità ma ridurre tutti ad un minimo comune denominatore deve uccidere l’uomo e trasformarlo in un robot che ragiona con il cervello altrui. Si deve spegnere l’anelito alla libertà,
le aspirazioni sentimentali.
Tutto questo controllo si era realizzato anche in Germania con il nazional- socialismo: brutale violenza contro i nemici esterni ed interni a cui si aggiungeva il mito della razza con il conseguente genocidio degli ebrei, accusati anche di appartenere ad un’internazionale sempre contraria agli interessi nazionali. Il fascismo aveva cercato di imitarlo, anche se la presenza della chiesa ne aveva attenuato gli eccessi, almeno fino al 1938. Ma quelle erano ideologie sconfitte dalla storia. Ora ci si trovava di fronte ad un’utopia di sinistra che voleva cambiare per sempre l’ uomo e la società in nome di un immaginario progresso politico. Si trattava dunque di creare ciò che è irraggiungibile: una società di uguali.
Il grande fratello uccide le coscienze
Per raggiungere questo obiettivo non basta un tiranno, ci voleva qualcosa di più mostruoso: il Grande Fratello. Il tiranno uccide per imporre