Svizzera, 09 maggio 2021
Diplomatica svizzera morta in Iran, “non è un suicidio”
Restano avvolte nel mistero le circostanze del decesso della 51enne diplomatica svizzera in Iran, il cui cadavere è stato rinvenuto martedì ai piedi del palazzo di Teheran nel quale viveva al 18esimo piano.
I residenti del palazzo, secondo quanto riporta il quotidiano Hamsharhi, citato dal Blick, hanno raccontato di aver udito un forte rumore, “come un’esplosione”, pochi minuti dopo la mezzanotte di martedì.
D’altra parte il rinvenimento del corpo della 51enne elvetica è stato segnalato solo il mattino seguente, circa otto ore dopo l’avvenuto decesso.
La tempistica coincide. Il forte rumore udito dai residenti del palazzo potrebbe essere legato al decesso della donna, che sarebbe in seguito stata lanciata dal balcone del suo appartamento al 18esimo piano.
Una tesi rafforzata
dalle dichiarazioni del portavoce dei soccorritori, Mojtaba Khaledi, il quale ha sostenuto che la causa del decesso “non può essere un suicidio”. Khaledi non ha però spiegato per quali motivi escluda con certezza il gesto estremo.
La polizia iraniana, invece, sostiene di aver trovato nell’appartamento una lettera di addio, senza data né firma.
Voci discordanti che alimentano il mistero. Ad ogni modo anche i colleghi della donna, che era il numero due dell’ambasciata svizzera in Iran, l’hanno descritta come una persona felice e piena di energia, che amava il suo lavoro e amava l’Iran. Non esattamente il profilo di una persona a rischio suicidio.
L’inchiesta sul misterioso decesso prosegue. Anche il DFAE, al momento, ritiene che nessuna causa possa essere esclusa.