Sport, 28 ottobre 2021
Tra alibi, qualche muso lungo e un mezzo sorriso: Lugano è il momento di ripartire
La vittoria di martedì contro l’Ajoie era assolutamente fondamentale, ma non deve illudere nessuno: giustificati in parte dai tanti infortuni, i bianconeri devono ritrovare energie e successi
LUGANO – La vittoria nel derby casalingo del 9 ottobre, senza Loeffel, Herburger, Carr, Schlegel, Josephs, Riva e Bertaggia – evidentemente – aveva illuso un po’ tutti. Si pensava: ma se il Lugano è in grado di vincere senza metà squadra, chi riuscirà a mettere i bastoni tra le ruote alla truppa di McSorley? La risposta è arrivata immediata una settimana dopo: lo stesso Ambrì, il Davos e lo Zugo sono riusciti a imporsi – grigionesi e Tori addirittura alla Cornér Arena – mettendo in chiara evidenza alcuni limiti della formazione sottocenerina.
Una squadra che già nella prima parte di stagione aveva mostrato ottime cose – vincendo ad esempio a Ginevra, in casa con lo Zugo, contro il Berna o nei derby – ma che al contempo era inciampata in maniera inaspettata come al cospetto del Langnau, dei Lions o a Davos. Per carità, la truppa di McSorley di alibi ne ha a sufficienza, tenendo conto che l’ex head coach delle Aquile è approdato sulle rive del Ceresio soltanto in estate e sta cercando di cambiare completamente la testa e il modo di approcciare alle partite e di comandare il gioco sul ghiaccio. Tutte queste cose richiedono tempo ed è quello che la società ha spiegato ancora prima dell’avvio della stagione, sottolineando che l’obiettivo è quello di arrivare al titolo, ma sull’arco di 3 anni.
A questo si deve aggiungere una lista infinita di infortuni che, ad esempio contro il Davos in casa, ha costretto McSorley a schierare Cortiana, Bedolla, Werder. Tutti giovani di sicuro interesse, di sicuro valore, dal futuro quasi scritto, ma sicuramente non pronti ad affrontare certi palcoscenici in questo momento. Oltre a questo l’head coach ha dovuto spremere – ancora più di quanto fatto a inizio stagione – gli uomini chiave come Müller, Alatalo, Arcobello,
Fazzini che – come logica vuole – nelle ultime settimane hanno pagato dazio. Contro gli stessi grigionesi poco più di una settimana fa, il Lugano negli ultimi 20’ passeggiava sul ghiaccio, senza forze, senza mordente, senza la minima possibilità di tornare nel match. Lo stesso copione lo si è visto nel roboante 2-6 incamerato dallo Zugo dopo 25’ giocati molto bene… ovvero fino a quando il fisico ha retto.
Certamente i problemi non finiscono qui – gli alibi però sì, anche perché attaccarsi a quelli è da perdenti – e rispondono, ad esempio, al nome di Mikkel Boedker che davvero non riesce a entrare nei meccanismi della squadra, del campionato e della lega. Se il danese può contare su numeri importanti anche in NHL, qui da noi non riesce a ingranare e se – nonostante gli infortuni – McSorley decide di schierarlo in terza linea (come contro il Davos) o di lasciarlo in tribuna (come con l’Ajoie) allora c’è davvero un grosso problema. Un problema che McSorley ha allargato a tutta la squadra sbottando per la prima volta in stagione, sottolineando come una parte del gruppo non stia facendo ciò che gli viene richiesto.
Continuando sul tema stranieri, un appunto potremo farlo anche su Arcobello – bravissimo col disco sul bastone, ma da lui ci attendiamo diversi gol in più e qualche assist di prima decisivo, come quando era a Berna, per intenderci – mentre su Josephs… possiamo dire che il canadese sta facendo il suo. In attesa che Domenichelli peschi dal cilindro un nuovo colpaccio alla Hudracek: ad averne di attaccanti stranieri in grado di firmare 5 reti in 4 partite… Reti fondamentali per pensare di mettere in difficoltà il Bienne venerdì sera, quando conquistare punti, serenità ed energie fisiche e mentali sarebbe fondamentale.