Alla fine Klasen ha scelto una delle società più attrezzate economicamente e sportivamente della Swiss League e con ambizioni dichiarate: il ritorno nella massima serie, dalla quale manca da quasi 50 anni (1972). Per i più giovani: il club bianco-rosso ha vinto un titolo svizzero nel 1962 con i vari Pfamatter, Salzmann e Truffer, tutti elementi del giro della nazionale. Ma non solo: ha pure lanciato in Lega Nazionale i difensori Roland Furrer e Aldo Zenhäusern, che hanno militato nel Lugano, proprio come Linus Klasen, intervistato nei giorni scorsi dal Mattino della Domenica.
Linus: a Lugano c’è ancora tanta gente che la rimpiange.
Vuol dire che qualcosa ho lasciato... Mi fa molto piacere naturalmente. Sono stati sei anni intensi, belli e pure difficili. Tante soddisfazioni ma anche momenti brutti. Penso ai titoli persi in finale, a miei infortuni e al periodo in cui sono finito in tribuna. Tutto ciò fa parte dello sport.Quando sei un giocatore professionista si deve mettere in conto anche quello. In questo momento gli stranieri del Lugano non fanno l’ unanimità. Sono concentrato sul Visp e non ho tempo di guardare a cosa succede nella mia ex squadra. Le auguro soltanto ogni bene, ho ancora degli amici a Lugano. Il club è sempre nel mio cuore.
Sei anni non sono pochi.
Mi sono trovato bene sin dai primi giorni di permanenza. La città, poi, l’ho trovata bellissima. Mia moglie Emma se n’è innamorata subito. Quando partimmo dalla Svezia non sapevamo che cosa avremmo incontro. Ma poi Pettersson (ex giocatore bianconero, ndr) ci rassicurò: ottima scelta!
Dopo il leggendario Nummelin, lei è stato lo straniero che ha vestito più volte la maglia bianconera.
Vuol dire che il club era contento
di me... Scherzi a parte, credo di aver dato tanto e di aver ricevuto molto, il nostro è stato un bel rapporto. Se mi piacerebbe tornare? Adesso ho 35 anni, non credo sarà possibile. Magari con un’altra funzione... (ride).
Lugano però è il passato. Adesso c’è il Visp.
Esatto. E debbo dire che mi trovo bene. Certo, la cittadina vallesana ha caratteristiche diverse da Lugano, c’è un altro tipo di vita. Ma per me basta e avanza. In primo luogo, come detto prima, posso vedere la mia famiglia con maggiore frequenza rispetto ad un anno fa e in secondo luogo gioco in una squadra ambiziosa, che ha un progetto chiaro: provare a ritornare nella massima serie.
Lugano però è il passato. Adesso c’è il Visp.
Esatto. E debbo dire che mi trovo bene. Certo, la cittadina vallesana ha caratteristiche diverse da Lugano, c’è un altro tipo di vita. Ma per me basta e avanza. In primo luogo, come detto prima, posso vedere la mia famiglia con maggiore frequenza rispetto ad un anno fa e in secondo luogo gioco in una squadra ambiziosa, che ha un progetto chiaro: provare a ritornare nella massima serie.
Linus Klasen, scrivono i mass media locali, è già diventato un beniamino dei tifosi.
Non lo so se sono un beniamino dei tifosi. Ho notato comunque un grande affetto nei miei confronti. Per il fatto di essere una piccola città, Visp permette alla gente di incontrare in giro con facilità i giocatori di hockey. Non mancano quindi le pacche sulle spalle e le battute di incoraggiamento. E ciò è molto appagante.
E la squadra?
La dirigenza ha allestito una buona compagine, con stranieri nuovi provenienti da esperienze importanti. Non dimentichiamoci infatti del mio connazionale Niklas Olausson, un giocatore di qualità che giocò a Bienne un paio di stagioni lasciando dei buoni ricordi. Ora siamo in fase di rodaggio: abbiamo perso qualche partita ma quando si è trattato di tirar fuori il nostro potenziale, lo abbiamo fatto. Penso alle vittorie di Sierre e Chaux de Fonds. Direi che siamo in linea con gli obiettivi societari. Per la promozione ci sono almeno quattro squadre in lista: Olten, Kloten, Chaux de Fonds e noi.
E i derby col Sierre?
Non sono come quelli ticinesi ma vi posso assicurare che sono intensi, duri e molto sentiti. Nella prima sfida che abbiamo giocato in trasferta c’erano quasi 5 mila spettatori alla pista. E se penso che si gioca in Swiss League…
Torniamo per finire al Lugano: recentemente Luca Fazzini ha segnato un rigore decisivo contro l’Ambrì, “copiando” Linus Klasen.
Un amico mi ha mandato il video. Incredibile, spettacolare, bravo Luca! Anch’io, quando ero giovane cercavo di rubare al mestiere ai giocatori più esperti. Significa anche, come ho riferito prima, che qualcosa ho lasciato a Lugano. E mi fa molto piacere.
MAURO ANTONINI