Sport, 21 dicembre 2021

Gli Oscar e i Tapiri al calcio ticinese

LUGANO - Per il decimo anno consecutivo tornano gli Oscar e i Tapiri al calcio ticinese. Un pagellone che tiene conto dell’anno solare e riguarda dirigenti, allenatori e calciatori di casa nostra oppure ticinesi che si sono messi in evidenza Oltre Gottardo (due nomi a proposito: Mauro Lustrinelli e Antonio Marchesano).


Un appuntamento pre-festivo imperdibile che vanta diversi tentativi di imitazione e spesso ha suscitato vibrate proteste da parte di chi non ama l’ironia e pensa che non si possa “scherzare” sulla materia sportiva e in particolare quella pedatoria. Del resto non stupiamoci, questo è un Cantone molto particolare e diremmo rancoroso: lo abbiamo capito da tempo, da quando cioè la nostra redazione riceve lettere di dissenso o mail di totale avversione verso i nostri Oscar e Tapiri. Ma noi, attapiratissimi, tiriamo avanti imperterriti. A proposito: anche quest’anno Angelo Renzetti si è preso la scena. Come succede ormai da 10 anni. Buona lettura.

TOP

Mattia Croci Torti

I risultati parlano per lui: dopo 17 giornate, e alla vigilia dell’ultima partita della prima fase di campionato, il Lugano occupa il terzo posto in classifica con 30 punti. Mai successo nel recente passato. Ma non solo: il tecnico di Vacallo ha svolto il suo lavoro con grande professionalità e umanità, creando un gruppo solido e unito. Con idee calcistiche proprie, che ha saputo sviluppare o evolvere a secondo delle necessità. Rivelazione. Come disse Angelo Renzetti,  “Mattia è l’uomo giusto al posto giusto”. E se lo dice il suo ex presidente, qualcosa di vero ci sarà pure. Di certo il tecnico bianconero è una delle rivelazioni stagionali.

Antonio Marchesano
Se dopo 13 anni lo Zurigo è tornato a volare (è primo!), il merito è anche dell’ex fantasista granata, leader del centrocampo ed elemento imprescindibile per il tecnico tedesco Breitenreiter. Nota bene: Antonio ha messo a segno 8 reti e fornito una miriade di passaggi illuminanti per i compagni. È ormai considerato uno dei giocatori più decisivi del campionato. E chissà che in futuro il buon Murat Yakin non decida di dargli una chance in Nazionale. Non crediamo di esagerare, se diciamo che la meriterebbe. In attesa di un’altra chiamata importante a livello di club (Francia o Italia)

Mauro Lustrinelli
Dopo aver portato la nazionale Under 21 agli scorsi campionati europei di categoria, il coach di Giubiasco sta mettendo in cantiere un altro capolavoro. La sua squadra é infatti al comando delle qualificazioni per la prossima rassegna giovanile che andrà in scena nel 2023. Attualmente nel gruppo E occupa la prima posizione davanti all’ Olanda, che però ha una partita in meno. Il bilancio? Sei partite, cinque vittorie ed un pareggio. E una differenza reti spettacolare (15 reti fatte, 2 sole subite). Insomma il cammino verso Romania e Georgia 2023 è tracciato. L’avvenire sorride a Lustrinelli.

Angelo Renzetti
Oscar alla carriera per l’ex presidente del Lugano che in dieci anni ha saputo trasformare la società e portare la squadra nella massima serie nazionale (senza dimenticare la finale di Coppa Svizzera persa nel 2016 e le due partecipazioni all’Europa League). Un percorso, quello del dirigente locarnese, lastricato di ostacoli: dalla mancanza di fondi, a situazioni sportive non sempre facili da gestire, vedi i diversi cambi di allenatore. Renzetti in questo lasso di tempo ha dovuto sbrigarsela da solo: la piazza luganese non lo ha mai praticamente aiutato, come se il suo progetto non interessasse. Alla fine, però, l’ex presidente si è preso la sua rivincita. Fatti e non parole.

Mattia Bottani
Talento, classe, guizzi ubriacanti al servizio di un Lugano che senza di lui fatica. Il 2021 è stato oltremodo positivo per il numero 10 bianconero, che con le sue giocate ha portato la sua squadra a livelli difficilmente pensabili sino a qualche stagione fa. Mattia ormai è maturato ed è in grado di assumersi le responsabilità che un leader dovrebbe avere. Durante l’anno solare (al netto di qualche infortunio) ha sempre mantenuto un rendimento costante, con rari momenti di appanamento come invece succedeva in passato. Ha segnato qualche rete in più del solito e ciò non guasta. Ma continuare a tirare in ballo la storia del suo scarso feeling con il gol non ha senso. Ogni giocatore ha dei limiti. Mattia li nasconde con un gioco vivace e spettacolare.

FC Paradiso
Nel primo vero campionato di Prima Classic, il Paradiso si piazza là davanti con le migliori. La squadra ceresiana è seconda dietro al Baden (un solo punto le divide: 31 a 30) e si candida quanto meno alle finali. Un traguardo certamente ambizioso per il club diretto dal presidente Antonio Caggiano. Il finale del girone d’andata è stato semplicemente spumeggiante: un pareggio e 4 vittorie di fila! Il tecnico Fernando Cocimano ha vissuto sul filo del rasoio (ad un certo punto ha rischiato il licenziamento) ma poi ha saputo rispondere alle sollecitazioni del patron paradisense. Una nota di merito, non poteva mancare, al difensore Daniele Russo, veterano del calcio ticinese, e leader della squadra.

FTC
Non sempre in passato la Federazione ticinese calcio ha dato dimostrazione di efficienza e lungimiranza ma stavolta merita un elogio per la linea dura adottata nei confronti degli intolleranti e dei violenti. La rissa fra Semine
e Locarno è stata l’ ennesima vergogna per il calcio regionale e i nostri massimi dirigenti regionali hanno deciso di punirla severamente. Fatti gravi che sono stati sanzionati con qualifiche esemplari. Saverio Manfreda, centrocampista verbanese, non potrà più giocare sino al 2026, André Rocha sino al 2023, qualche mese in più al compagno di squadra Fabian Schönwetter e ai due giocatori sospesi del Semine (Ekizer e Morgantini). Complimenti alla FTC.


FLOP

Noah Baumann

Se un attaccante sbaglia un rigore o spreca una facile occasione, nessuno dice nulla, o quasi. Se invece un portiere commette una sciocchezza, beh, allora viene giù il mondo. È tutto vero, per diamine. Ma se uno come Noah Baumann, di norma un buon numero 1, commette spesso e volentieri degli errori o delle papere, allora vuol dire che c'è qualcosa che non funziona. Qui non si tratta di fare processi o gettargli addosso la croce. Lui per primo dovrebbe prendere atto che il suo approccio mentale al campo deve radicalmente cambiare. Altrimenti arriveranno nuove indecisioni e nuove critiche. È fisiologico.

Luca Piccolo
Da molti ritenuti un talento, l’arbitro ticinese Luca Piccolo non ci ha fatto una gran bella figura durante la partita San Gallo-Servette dello scorso autunno. E infatti finito al pubblico ludibrio per due errori a sfavore dei romandi, sconfitti proprio nel finale di gara. In conseguenza di ciò la commissione arbitrali della Swiss Football League ha deciso di sospenderlo momentaneamente dal massimo campionato e lo ha relegato in Challenge League. Una decisione severa che però non ha intaccato la fiducia della giovane giacchetta nera ticinese. In fondo da una lezione così non si può far altro che imparare. Auguri, Luca!

Maurizio Jacobacci
L’ex tecnico del Lugano, che tanto bene aveva fatto sulle rive del Ceresio, è stato esonerato dal Grenoble, la squadra francese che disputa la lega cadetta. Stando alle dichiarazioni della dirigenza, Jacobacci non sarebbe mai entrato in sintonia con il suo staff tecnico e soprattutto con i giocatori. In campionato la squadra si stava comportando discretamente ma la società non ha voluto continuare il suo rapporto di lavoro, proprio per non surriscaldare gli animi all’interno del gruppo. Per Maurizio una brutta esperienzadopo i fasti bianconeri; una brutta esperienza che però non lo ha intaccato nel morale. Il tecnico bernese è pronto a ripartire.

FC Chiasso
Non che il Bellinzona abbia fatto chissà quali sfracelli, no. Ma che a Chiasso si siano buttati via almeno sei mesi, beh, su questo non ci piove. La squadra, costruita per tornare subito in Challenge League, ha deluso ampiamente le aspettative, concludendo la prima parte del campionato di Prima Promotion al quarto posto, con un ritardo di ben 17 punti dalla capolista (inattesa) Breitenrain. Il gioco non è mai decollato e troppi giocatori sono sembrati inadatti. Senza contare che a metà torneo il club ha deciso di esonerare Baldo Raineri e sostituirlo con Andrea Vitali. Questa operazione ha fruttato poco o nulla. Nel girone di ritorno ci si aspetta una reazione, in attesa di sapere cosa succederà a livello societario.

Davide Morandi
Il tecnico che tanto bene fece a Locarno una decina di anni fa, è durato poco in quel di Kriens. Dopo dieci partite del campionato di Challenge League ha dovuto incassare il licenziamento. Il bilancio della sua esperienza, del resto, non è stato positivo (3 soli punti in cascina). Decisivo è stato il pareggio interno contro lo Sciaffusa nella decima giornata. Per il buon Davide, che funge anche da commentatore TV, una brutta tegola: dopo l’avventura a Bellinzona in Prima Promotion, contava di poter rilanciare definitivamente la propria carriera. Non è andata bene. In compenso può consolarsi con il figlio Giotto che, per la sua ottima stagione 2020/2021 con il Grasshoppers, ha vinto il premio Giuseppe Albertini.

Thyago Souza
È il Pietro Belardelli degli Anni Duemila, il dirigente italo - brasiliano Thyago Souza, che per una quindicina di giorni è stato patron del Lugano dopo l’uscita di scena di Angelo Renzetti. Che non sia affidabile lo si capisce subito: ha procedimenti penali in corso in Brasile mentre in Italia quando si parla di lui tutti si mettono le mani nei capelli. “Povero Lugano”, dicono in Veneto dove lui ha operato in club minori. Promette acquisti mirabolanti ed effettivamente gli arrivi di Abel Braga e Demba Ba confermano le sue parole. Souza si dice tranquillo eppoi ha la benedizione di Leo Novoselsky che lo ha presentato a Renzetti. Alla fine però si scopre l’inghippo e Thyago, insalutato ospite, se ne va. Per fortuna.

Pubblico FCL
A Lugano il calcio non tira. È una situazione che va avanti da anni. Troppi. Non conta se la squadra è protagonista e si trova nei quartieri alti del massimo campionato. Non conta se il tecnico è un ticinese e il miglior giocatore è uscito dal vivaio locale. No. Il calcio a Lugano non è amato. Leggere per credere: domenica 5 dicembre scorso, i bianconeri ricevono il Sion di Paolo Tramezzani. Finisce 2-0. Sugli spalti si sono 2.340 spettatori appena. Un numero irrisorio. Ma chi glielo fa fare ai dirigenti che negli ultimi anni sono passati alla guida del club? Molti sperano nello stadio nuovo. Forse quello (che sarà pron-to solo fra 5 anni) stimolerà finalmente la gente a seguire in casa la propria squadra?

RED

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