"Lo portiamo avanti con tanta determinazione, la stessa che avevamo sei anni fa, quando siamo riusciti a partire", afferma convinto l'avvocato di Porza. I principi sono ben saldi e imprescindibili: un sano partneriato e la formazione: "Non sempre fra i vari attori coinvolti le idee collimano ma si sviluppa sempre una sana discussione e alla fine si trovano le soluzioni", continua il numero 1 dei Razzi, dirigente ormai rotto a tutte le situazioni e che non si fa certo intimorire dalle avversità o dai problemi.
Davide Mottis: alcuni personaggi che ruotano attorno all'hockey di casa nostra sono convinti che il progetto Rockets sia deficitario.
È un’opinione che non posso condividere. Ci mancherebbe. In questi sei anni siamo riusciti a far approdare nel torneo cadetto giocatori che senza questo club si sarebbero fermati o arenati nelle maglie dei tornei regionali. Durante questo tempo alcuni di loro sono arrivati anche nella prima squadra dell`Ambri, e ora giocano con continuità e direi in modo egregio. Sono invece convinto che il progetto ha raggiunto il suo obiettivo principale, ora però dobbiamo insistere e dargli continuità.
Forse a far dubitare alcuni osservatori, sono i risultati non troppo brillanti.
Ammetto che non è stata facile e che la classifica è tutt'altro che soddisfacente. Un problema che crediamo sia riconducibile al fatto che il gruppo raramente riesce ad allenarsi al gran completo. Sono poche le settimane in cui tutta la rosa può stare assieme sul ghiaccio. I continui spostamenti fra i vari club, non aiutano certamente ma quello si poteva immaginare.
A fine stagione non ci sarà la relegazione. Quindi siete tranquilli.
Certo, non sentiamo la tensione e la pressione di dover evitare i playout o gli spareggi salvezza. Ma il nostro obiettivo di inizio stagione era quello di raggiungere i pre-playoff e credo che sia ancora alla nostra portata, anche se le sconfitte contro Winterthur e Turgovia hanno complicato le cose.
Al di là di tutto il gruppo e l'ambiente sembrano sani.
Direi proprio di sì. Si rema tutti nella stessa direzione e questa è l’aspetto più importante. Se poi consideriamo che in organico ci sono elementi di grande esperienza, dei veri trascinatori, beh, allora ci sentiamo tranquilli.
Per esempio?
Adrian Lauper! È un giocatore che ha giocato per molti anni in Lega Nazionale A e si impegna con grande dedizione e umiltà per la squadra. Un esempio, un elemento imprescindibile, sui quali i nostri giovani possono contare in ogni momento.
Il tecnico Landry è stato messo in discussione.
Non certo da noi. Eric sta facendo un grandissimo lavoro e deve far fronte ai ben noti problemi di rosa. Il nostro tecnico è un punto di riferimento, così come lo è Mike Mc Namara, altro personaggio di grande spessore, che all’hockey ticinese ha sempre dato tantissimo. La sua esperienza si è rivelata fondamentale per i Ticino Rockets.
Continuerete con questo staff?
Entrambi hanno ancora un anno di contratto.
E lei resterà ancora alla guida del club?
Lavoriamo anno per anno. Senza pensare a cosa faremo o dove saremo fra uno o due stagioni. Al momento attuale si pensa soltanto al campionato in corso e a sistemare le situazioni che non funzionano. Al futuro guarderemo più avanti. A bocce ferme, insomma. Del resto, questa è sempre stata la nostra linea di condotta.
Qualcuno ha definito Biasca un porto di mare.
Quando si forma un partenariato con altre società e si viene messi al centro di un progetto come il nostro, diventa quasi inevitabile che ci siano arrivi o partenze frequenti. Posso dirle che però tutti i giocatori tornano volentieri nei Rockets, perché sanno che qui hanno spazio per crescere e sono trattati bene.
Matt D'Agostini non la pensa così.
Mi sarei aspettato un altro atteggiamento dal giocatore canadese. Lui sapeva che avevamo bisogno del suo aiuto per vincere contro il Winterthur ed arrivare più vicino all' obiettivo dei pre-playoff. Ma ha preferito declinare, malgrado i biancoblù gli avessero chiesto di darci una mano. Non voglio fomentare ancora polemiche: per me finisce qui dicendo comunque che Matt ci ha mancato di rispetto.
Presidente, una curiosità: Alessandro Chiesa potrebbe chiudere la carriera nei Rockets?
Ho sentito che ci sarebbe l'Ajoie sulle sue tracce. Certo, se ci fossero degli spiragli per aprire una trattativa, non direi di no. Ale sarebbe un valore aggiunto per la nostra squadra. Oltretutto, se non sbaglio, il difensore bianconero è proprio di Biasca.
M.A.