Il mondo dello sport rifiuta in modo deciso, senza se e senza ma, l’autoritarismo russo e condanna l’invasione dell’Ucraina. È un coro quasi unanime: da ogni dove, da ogni angolo della terra, nel calcio, nell’hockey, nell’atletica; tanti sport insomma si coalizzano per dire no alla guerra e per solidarizzare con il popolo ucraino e con quelle persone che pagano con la paura e con il sangue l’arroganza del potere.
Mai in passato c'erano state tante reazioni così forti. E tutti, con i fatti e non solo con le parole, sono pronti al boicottaggio della Russia e di tutto ciò che rappresenta. In Svizzera, lo Zugo ha intanto deciso di non indossare mai più la maglia in cui campeggia la scritta di uno sponsor che ha legami con Mosca, lo stessa cosa ha fatto lo Schalke 04 in Germania. E poi: la finale di Champions di San Pietroburgo è stata poi cancellata (a favore di Parigi), alcune nazionali di calcio come Polonia, Svezia e Repubblica Ceca hanno già annunciato che non giocheranno gli spareggi mondiali contro la squadra russa.
Tante voci si sono levate contro Putin ma non è ancora arrivata quella più importante, quella del presidente della FIFA, lo svizzero (si fa per dire...) Gianni Infantino. Certo, si è detto “molto preoccupato” per la “situazione tragica e preoccupante” ma si è guardato bene di entrare troppo nel merito “Sono rimasto scioccato da ciò che ho visto, sono preoccupato - le sue parole - per questa situazione. La FIFA condanna l'uso della forza da parte della Russia, la violenza non è mai una soluzione”. Niente di che, insomma, parole scontate e in fondo dovute.
Mai in passato c'erano state tante reazioni così forti. E tutti, con i fatti e non solo con le parole, sono pronti al boicottaggio della Russia e di tutto ciò che rappresenta. In Svizzera, lo Zugo ha intanto deciso di non indossare mai più la maglia in cui campeggia la scritta di uno sponsor che ha legami con Mosca, lo stessa cosa ha fatto lo Schalke 04 in Germania. E poi: la finale di Champions di San Pietroburgo è stata poi cancellata (a favore di Parigi), alcune nazionali di calcio come Polonia, Svezia e Repubblica Ceca hanno già annunciato che non giocheranno gli spareggi mondiali contro la squadra russa.
Tante voci si sono levate contro Putin ma non è ancora arrivata quella più importante, quella del presidente della FIFA, lo svizzero (si fa per dire...) Gianni Infantino. Certo, si è detto “molto preoccupato” per la “situazione tragica e preoccupante” ma si è guardato bene di entrare troppo nel merito “Sono rimasto scioccato da ciò che ho visto, sono preoccupato - le sue parole - per questa situazione. La FIFA condanna l'uso della forza da parte della Russia, la violenza non è mai una soluzione”. Niente di che, insomma, parole scontate e in fondo dovute.
Ora però il numero 1 del mondo pallonaro (sempre più business, anche sporco, sempre meno calcio) deve uscire allo scoperto e sanzionare la Russia. Ossia: toglierla dalle eliminatorie, senza nessun indugio e senza remore. Come fece l’UEFA nel 1992 nei confronti della Jugoslavia (per la questione balcanica). Ogni altra sua decisione sarebbe uno schiaffo morale al popolo ucraino e alla comunità internazionale che non vuole la guerra. Ma non illudiamoci troppo, tanto che nel frattempo la stessa FIFA ha deciso che la Russia dovrà disputare i suoi match a campo neutro, cambiando nome (usando RFU, ovvero "Football Union of Russia") e senza inno nazionale prima delle partite, cosa che ha spinto diverse nazionali ad annunciare che non scenderanno in campo contro la nazionale allenata da Karpin, neanche negli spareggi validi per i prossimi Mondiali.
Intanto, è notizia di sabato, il boss russo del Chelsea, Roman Abramovich ha deciso di lasciare. Anche lui una vittima di Putin.