Sport, 05 settembre 2022

Il sogno playoff. Ambrì Piotta: salto di qualità?

AMBRÌ - Nell’era Filippo Lombardi (iniziata nel 2009), l’Ambri Piotta ha raggiunto solo due volte i playoff: nel 2014 sotto la guida di Serge Pelletier e nel 2019 con Luca Cereda in panchina. In mezzo alcune stagioni sfortunate, altre finite col fiatone (con l’ obiettivo fallito di poco), altre ancora deludenti per non dire di più. I biancoblù hanno visto agitarsi anche lo spettro della relegazione ma con spirito e dedizione sono riusciti ad evitarla. Si ricorda, a questo proposito, il gol scacciaincubo di Joey Isabella nello spareggio contro il Visp del 2011 e l’ urlo liberatorio della Valascia. Storie di un passato tremebondo e ricco di paradossi. Il vento, dopo una lunga traversata nel deserto, è però cambiato e la squadra di Luca Cereda, al suo sesto campionato da head coach sulla panchina leventinese, ha finalmente una struttura tecnica definita, un identità ricostruita a suon di slogan e fatti, e una rosa mai così forte rispetto alle recenti stagioni. Almeno sulla carta ( e ciò non è certo una garanzia, anche se i curriculum dei nuovi arrivati e le amichevoli pre-campionato lasciano ben sperare).


Come abbiamo scritto settimana scorsa, l’ HCAP ha il potenziale per tornare nei playoff. Passando dalla porta di servizio dei pre-playoff oppure direttamente (sembra più difficile). Speranze legittime. Intanto alla Gottardo Arena c’è tanta euforia. Il pubblico ci crede e le affluenze alle partite di preparazione lo dimostrano: per la sfida contro i tedeschi del Berlino c’ erano ben 5 mila spettatori. La stagione è dunque lanciata e tutti si chiedono: dove potrà arrivare questa squadra? Ci siamo fatti delle domande e dati delle risposte.


I tifosi biancoblù sono in fibrillazione: la campagna abbonamenti è da record.
A due settimane dalla ripresa delle ostilità è stata superata la soglia dei 5’000 abbonamenti. Un gran risultato! Ma del resto i segnali di un rinato affetto dei tifosi verso la squadra si erano già visti la scorsa stagione. Il post-Covid ma soprattutto lo stadio nuovo di zecca hanno contribuito in modo decisivo ad un incremento di abbonamenti. L’ambiente che si è creato in pista, poi, è fantastico. Va per altro ricordato che ad Ambrì, da quando è iniziata l’ era Cereda, i tifosi sono stati fondamentali nella crescita della squadra, grazie al loro attaccamento e al loro entusiasmo.


Però le recenti contestazioni della curva politicizzata hanno creato un certo imbarazzo.
Se fatta in maniera civile, la protesta dei tifosi ci può stare. Non dimentichiamoci mai che pagano il biglietto ed hanno il diritto di esprimere le loro opinioni e manifestare un eventuale dissenso. Pur rilevando che gli slogan politici sono ormai entrati in modo frequente nel mondo sportivo, coloro che contestano la società, in questo caso la dirigenza HCAP, dovrebbero comunque ricordarsi degli enormi sforzi profusi in questi anni da Filippo Lombardi per mantenere in vita l’Ambrì. Senza il presidente, senza la sua perseveranza e senza il suo spirito imprenditoriale, oggi probabilmente il club non farebbe più parte dell’elite nazionale.


Torniamo in argomento e parliamo della nuova stagione. Dove può arrivare questa squadra? 
Il mercato ha portato qualità e potenza; la rosa sembra rinforzata e pronta alle sfide che la attendono. L’ impiego di sei stranieri, tanto per cominciare, potrebbe rivelarsi decisivo per le sorti della stagione biancoblù. In casa leventinese sono infatti consapevoli che si potrà alzare l’asticella delle ambizioni, anche se va detto che tutte le squadre
si sono mosse bene durante la campagna acquisti. In questo momento solo Ajoie, Langnau e la neopromossa Kloten non sembrano attrezzate per disputare sino in fondo la qualificazione ai pre-playoff. In parole povere: Zugo e Zurigo una spanna sopra le altre, Lugano, le romande, il Berna e il Davos subito sotto, con i leventinesi vicinissimi (insieme al Rapperswil e al Bienne) al gruppo delle inseguitrici delle favoritissime al titolo. Playoff un sogno, certo, pre-playoff alla portata. Lasciamoci stupire: l’Ambri Piotta potrebbe essere la rivelazione della regular season.


A proposito di stranieri…
Partirei da Janne Juvonen, il vero protagonista della rimonta che ha permesso ai leventinesi di accedere agli scorsi pre-playoff. Una autentica saracinesca. In poco tempo si è adattato all’ambiente ed ha letteralmente preso in mano le sorti della squadra, con un percentuale da sballo: quasi il 94 per cento di tiri parati nella fase finale del torneo. Il finlandese potrebbe rivelarsi ancora una volta l’arma vincente. Cereda avrà poi a disposizione elementi collaudati e di sicuro affidamento quali lo svedese Tim Heed (già in forza al Lugano), giocatore che fa la differenza anche in fase offensiva, il finnico Jesse Virtanen, che porta minutaggio ed esperienza, l’attaccante statunitense Nick Shore, con trascorsi brillanti a Zugo, oltre naturalmente ai ceki Michael Spacek e Filip Chaplik, due attaccanti talentuosi (e giovani) che ad Ambrì potrebbero ottenere la definitiva consacrazione. E non dimentichiamo, infine, il canadese Brandon Mc Millan, che fungerà da settimo straniero. Insomma: il materiale straniero è decisamente...intrigante. Soprattutto l’asse Juvonen-Heed/Virtanen- Shore. Quest’ ultimo si sta riprendendo da un infortunio. A Friborgo, comunque, ci sarà.


E non dimentichiamo le scommesse: Zündel, Hofer, Hedlund, Marchand e il cavallo di ritorno Dufey.
Giovani interessanti che si stanno inserendo pian piano in un contesto già ben strutturato e nel quale, ne siamo convinti, si confermerà Heim, un attaccante che ad Ambrì si è finalmente sbloccato dopo l’altalenante esperienza di Berna. Occhio poi a Dufey, che dopo un periodo di assenza causa infortunio, è motivatissimo e nelle amichevoli ha dimostrato di essere pronto. 


Veniamo a Luca Cereda. Sesta stagione in Leventina.
È certamente l’anima di questo squadra e in fondo anche del club. Grazie a lui l’ HCAP ha ritrovato l’identita perduta. Ha saputo motivare e rigenerare tutto l’ ambiente ottenendo anche dei buoni risultati. Non straordinari, perché sinora solo una volta è riuscito ad entrare nei playoff (stagione 2018/2019). Ma buoni sì, dicevamo, perché la squadra non ha mai perso la bussola nei momenti difficili. Nello scorso campionato, ad esempio, il coach di Sementina ha compiuto un mezzo miracolo conducendo la squadra ai preplayoff quando nessuno ci credeva più. Merito anche di Juvonen, okay. Ma Cereda ha saputo toccare le corde dell’ orgoglio e la squadra lo ha seguito. Come sempre. Gli mancherà Michael Fora? Il capitano è andato a Davos e la sua è stata una scelta professionale che va rispettata. Senza di lui cosa perde la squadra? Crediamo che gli innesti difensivi non lo faranno rimpiangere. Ma solo il ghiaccio potrà darci una risposta definitiva.


Due parole infine su Inti Pestoni.
Dopo una grande stagione è atteso ad una riconferma. Ma non abbiamo dubbi: a casa sua, Inti è un altro giocatore rispetto a quello di Zurigo, Davos e Berna. Leader.

RED.

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