Sport, 10 ottobre 2022

"Bellinzona vuole e merita un club serio e all’altezza”

Dalla lettera dei Bellinzona Boys alla disfatta contro lo Xamax. ACB, rien ne va plus

BELLINZONA - Settimana scorsa i Bellinzona Boys 2005, un gruppo di appassionati tifosi granata, ha distribuito allo stadio Comunale una lettera per manifestare il proprio disappunto sulla mancanza di organizzazione del club, la scarsa considerazione verso i sostenitori (fan) da parte del patron Bentancur, e la mancanza di trasparenza della dirigenza. Un atto d'accusa che non lascia dubbi e al quale la stragrande maggioranza dei mass media ticinesi non ha dato il dovuto spazio. Un atteggiamento che lascia basiti e pensosi: forse che Don Pablo fa parte della schiera degli intoccabili? Comunque: in passato avevamo già dato voce a chi critica la gestione societaria e si era permesso di puntare l'indice verso il procuratore sudamericano e i suoi galoppini, oggi riproduciamo le parti più importanti della lettera summenzionata, perché convinto che tutto ciò possa creare un dibattito costruttivo e intelligente. Il cui unico scopo è quello di ridare credibilità ad un club glorioso e molto amato.


1. Campagna abbonamenti, un flop
Si è capito che qualcosa non stava funzionando ancor prima che la stagione iniziasse. La campagna abbonamenti, per quanto si possa considerare tale, è stata lanciata con colpevole ritardo l’8 luglio, solo una settimana prima del campionato. Dopodiché, il 18 luglio, è stata bloccata per due giorni. Come se non bastasse, le polizze di versamento inizialmente inviate agli abbonati dello scorso campionato riportavano coordinate di pagamento sbagliate, ciò che ha creato una gran confusione e rallentato ulteriormente il processo. Risultato? Un numero di abbonati inferiore a quello delle stagioni passate.


2. Ufficio deserto
Chi prova a recarsi direttamente presso la sede della società si trova di fronte ad un ufficio deserto, senza alcuna indicazione relativa né ai suoi orari di apertura, né alle persone da contattare in caso di necessità. Questo punto sottolinea un altra grave pecca dell’attuale dirigenza: stando all’organigramma accessibile sul sito della Federazione ticinese di calcio, il solo Andrea Maistrello occupa cinque posizioni, diventando di fatto l’unica persona di riferimento per chi voglia entrare in contatto con la società. Non sorprende allora che scrivendo una email non si riceva nessuna risposta.


3. Tifosi e stampa ignorati
A inizio stagione non è stata organizzata nessuna presentazione della squadra, nemmeno quella in collaborazione con il Club dei 100, che era ormai diventata tradizione. Il tutto a riprova dello scollamento fra l’attuale dirigenza e i tifosi, persino i più fedeli. Anche al Comunale, durante le partite, i problemi sono parecchi. Le buvettes, poche e con personale insufficiente, non riescono a reggere il flusso dei tifosi che vi si recano, imponendo interminabili e fastidiose attese. Eppure, a ogni partita ci si lamenta del numero esiguo di spettatori sugli spalti: ce ne fossero di più, starebbero comunque più tempo in coda a vedere la partita o a cantare per la maglia. 



4. Totale dipendenza
Sul piano finanziario l’ ACB è ormai completamente dipendente da Pablo Bentancur, visto che lui stesso non ha voluto alcun tipo di sponsor. L’ennesimo esempio di quanto davvero gli interessi sviluppare dei legami con la realtà che circonda l’ACB. A ciò si aggiunge la gestione del merchandising ufficiale, il cui unico punto di vendita durante le partite, essendo situato accanto alla tribuna, rimane inaccessibile per la maggioranza dei tifosi presenti in gradinata. Una strategia singolare per aumentare le vendite e gli incassi! Eppure, i costi non mancano e su alcuni verrebbe quanto meno da storcere il naso, visto che a libro paga troviamo addiritture tre diverse agenzie di sicurezza, a fronte di nessun problema registrato sinora all’interno dello stadio. Insomma: un meccanismo ben congeniato per sperperare soldi che non si stanno guadagnando. L’ultima volta che l’ACB si è trovato in una situazione del genere è finito davanti all’Ufficio esecuzioni e fallimenti. Dipendere da una unica persona, il cui interesse per l’ACB si spiega solo uno smisurato egocentrismo e con un personale tornaconto finanziario anziché con un sincero attaccamento a questa realtà, è oltremodo pericoloso.


5. I timori del patron
Allestire una squadra composta da giocatori di valore non basta per dare continuità ad un progetto. Si, perché oltre ai giocatori dai piedi buoni, c'è poco da stare allegri. Lo testimonia il circo andato regolarmente in scena con i vari allenatori transitati sulla panchina granata, i quali sembrano scappare da Bellinzona a gambe levate appena si rendono conto di come viene gestita la società. Allenatori poi presi di mira per mezzo stampa, con dei modi da bettola che di certo poco si addicono al tanto decantato professionismo. Il tutto, paradossalmente, nonostante il silenzio stampa imposto, chissà poi per quale timore, da Pablo Bentancur.


6. Dirigenza evanescente
L’attuale dirigenza sta dimostrando con i fatti la totale confusione che alberga nella società. Come scritto, fatta eccezione per staff tecnico e giocatori, il solo dipendente è Andrea Maistrello, peraltro alquanto evanescente e ora, parebbe, sul punto di partenza. E questo non soprende, perché attorno a lui c'è il vuoto. Gabriele Gilardi sembra ormai sparito dalla circolazione, cosa che potrebbe rallegrarci molto se non fosse che per ora è pur sempre il presidente della ACB SA. E ci aggiungiamo, purtroppo, vista la famiglia da cui proviene. La presenza di Pablito Bentancur, figlio di Pablo e burattino (tanto quanto Gilardi) dello stesso, si intuisce invece solo per i poco convincenti proclami in diretta televisiva anziché per il proprio lavoro.


7. Passione ed entusiasmo
Il calcio a Bellinzona ha sempre vissuto di passione, quella che i suoi tifosi portano da sempre allo stadio, anche nelle difficoltà, anche in Seconda Lega Regionale. Nessuno dei dirigenti precedenti era esente da critiche ma mai prima d’ora si è giunti ad una situazione tanto patetica. E la colpa non può che essere di Pablo Bentancur e al suo codazzo di tirapiedi. Servono solide basi su cui costruire il futuro, perchè Bellinzona vuole e merita una società seria!
 

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