Sport, 02 febbraio 2023

Federer come una nuvola: è diventato un’opera d’arte

L’artista Ugo Rondinone aveva scelto il renano come uno dei modelli per l’installazione alla 59ma Biennale di Venezia senza che nessuno lo sapesse

BASILEA – “Una versione contemporanea del sublime. Una profonda riflessione sulle meraviglie e i misteri della vita”. Con queste parole l’artista svizzero Ugo Rondinone raccontava la mostra “Burn Shine Fly” ospitata alla Scuola Grande San Giovanni Evangelista a Venezia da aprile a settembre 2022, durante la 59a Biennale. Nessuno sapeva, però, che tra i modelli per l’installazione era stato scelto Roger Federer. “Far parte del processo mi ha emozionato”, ha spiegato il renano che ha raccontato come si è svolto il percorso creativo e in che modo ne è stato coinvolto tramite il documentario “Portait of a Champion”, diffuso da Credit Suisse tramite YouTube. 

 
 
La mostra comprendeva tre categorie di sculture. Alla sezione “burn” fanno riferimento una serie di candele di bronzo, ispirate a un ciclo di opere del 2013 di Rondinone. Per il capitolo “fly” ha realizzato sagome di figure umane in volo in terra e cera, sette figure che chiudono una trilogia in cui il corpo umano si fonde con gli elementi naturali. Sette sagome sospese, come delle nuvole che, una volta superata la soglia della chiesa, sembrano sfidare la gravità, in ascesa verso la cupola. Federer è la sesta di queste “nuvole”, Cloud Six.
 
 
“Ti senti vulnerabile, ti senti bene ma anche imbarazzato, perché tutti ti guardano. È un’esperienza molto diversa dal semplice parlare d’arte o ammirare le sue opere”, ha detto Roger.
 
 
Per permettere all’artista di completare la sua opera, Federer è rimasto diverse ore sospesa a un’imbragatura, in intime, col volto e le orecchie completamente coperti da materiale di fusione. “Stare appeso così è un’esperienza molto diversa da quelle a cui sono abituato. A Rondinone ho detto che, qualcosa cosa succeda, avrei dato sempre più tempo per assicurarmi che il progetto funzionasse perfettamente. Quando hai 40 anni e viaggi come me da 20 e hai l’opportunità di lavorare con qualcuno come Ugo, è qualcosa di entusiasmante – ha concluso Federer – Ti porta fuori dal tuo mondo normale, ti porta in un luogo diverso, in cui forse non ti senti a tuo agio. Ma nell’arte sono un po’ nuovo e ho ancora tanto da imparare. Sono una persona curiosa e di sicuro voglio saperne di più”.

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