LE DOMANDE
1. Luca Cereda va confermato alla guida dell'Ambrì?
2. Qual è il suo giudizio sul tecnico di Sementina in questi 6 anni di HCAP?
3. Se Cereda dovesse terminare la sua avventura in biancoblù, anche Paolo Duca dovrebbe seguirlo?
FEDERICO LORENZETTI - presidente Fans Club BL15
1. Luca va assolutamente riconfermato! Sarebbe un errore non tenerlo alla guida della squadra. Ha carattere, personalità e voglia. Chiaramente queste doti non sono per forza vincenti se non sono unite a una mentalità vincente in tutto l'ambiente e quando dico tutto l'ambiente vuol dire società, tifosi e simpatizzanti compresi. Purtroppo le buone doti di Luca sono smorzate da un folle entusiasmo dopo una vittoria e una gran frustrazione dopo una sconfitta e tra le due quella che ha più influenza a lungo termine è la frustra-zione....
2. In questi 6 anni Luca ha sempre messo in campo le doti citate in precedenza, inoltre conoscendolo abbastanza bene ha messo a disposizione anche quello che non ha. Credo che il suo impegno sia encomiabile e va oltre quello che è un contratto scritto. Ci vorrebbe probabilmente una settimana per fare un'analisi completa, che oltretutto dovrebbe fare un vero tecnico e non un tifoso come me, ma la mia opinione è che in questi sei anni ho visto un Cereda sempre motivato e voglioso di fare bene. Ha preso una squadra allo sbando e gli ha dato un identità.
3. Domanda difficile. Non voglio pensare a un cambio in panchina, ma se dovesse accadere... non lo so, è difficile rispondere. Credo che un doppio cambio sia legittimato dal fatto che i due hanno cominciato insieme un ciclo e se finisce per uno finisce anche per l’altro; ma io non sono affatto convinto nè di un cambio nè di un doppio cambio, credo che dovrebbero continuare entrambi il loro sodalizio biancoblù. Forse cambierei la mentalità della società e di alcuni leoni da tastiera vicino alla società. Vado fuori argomento ma almeno sono chiaro... Durante il recente Davos-Ambrì, sul 2-0 ne ho lette e sentite di tutti i colori contro Luca, Paolo e società e qualsiasi cosa fosse biancoblù, ma dopo la rimonta 2-3 tutti sul carro dei vincitori! La mente è strana, quindi non credo che serva un cambiamento tecnico ma piuttosto un cambiamento di mentalità che porti positività in tutto l'ambiente.
STEFANO SALA - Teleticino
1. Secondo la mia opinione, le strade fra Luca Cereda e l’Ambrì Piotta debbono separarsi. Sarebbe una soluzione ottimale per entrambi. Il tecnico ha bisogno di una nuova avventura lontano dal Ticino e l’HCAP ha bisogno di un ricambio. Entrambi hanno la possibilità di trovare nuove soluzioni: in caso di conferma ci sarebbe il rischio di logorare il rapporto.
2. Sicuramente positivo, perché sono stati anni di grandi cambiamenti per il club, a partire dalla pista. Però come dicevo prima è ora di guardare avanti, cercando nuove soluzioni.
3. Paolo Duca deve rimanere ad Ambrì. Nel corso di questi anni ha portato in Leventina giocatori interessanti e di ottimo spessore. Di errori ne ha fatti pochi e la squadra è certamente più competitiva. Lavorare con un nuovo allenatore non sarebbe un problema per lui.
OMAR GARGANTINI - RSI Sport Radio
1. In questa visione piuttosto polarizzata tra il partito dei pro e quello dei contro (70-30 la percentuale?) che di certo non fa bene all’Ambri, ritengo che sarebbe sbagliato per non dire assurdo fare di Luca Cereda il capro espiatorio per spiegare il mancato raggiungimento dell’obiettivo. Ergo: la risposta è sì, giusto andare avanti con Cereda, anche perché il binomio con Duca ha molti più aspetti positivi che negativi. L’ideale sarebbe però smussare qualche “integralismo” e per farlo inserire aspetto economico permettendo una figura in più nello staff.
2. Cereda è arrivato al momento giusto sulla panchina dell’Ambri, ridandogli con Duca un’identità, un’anima e una dignità tecnica. L’evoluzione però si è obiettivamente appiattita col passare degli anni e per fare il prossimo step, quello più difficile, bisognerebbe forse rivedere qualcosa del proprio credo. Nell’insieme però bilancio positivo.
3. No. Le due figure pur essendo complementari non per forza possono lavorare solo assieme. Se il bene supremo è l’Ambri può anche darsi che un giorno diventi plausibile perdere uno dei due ma non forzatamente entrambi.
LUCA DATTRINO - giornalista e scrittore
1. Senza esitazioni, sì. Ha sin qui svolto un ottimo lavoro. La squadra lotta, entra in pista con buona attitudine e dimostra un atteggiamento sempre positivo verso il proprio coach. I recenti rinnovi contrattuali di giocatori importanti sono lì a confermarlo.
2. Durante il suo primo anno ha dovuto ricostruiresui disastri altrui. E lo ha fatto molto bene,concedendo chances a giocatori ticinesi usciti da tempo dai radar della National League, dando un gioco e un'identità precisi alla squadra. Ha ottenutopoi una qualificazione ai play-off. Con lui allatransenna ci siamo tolti altre belle soddisfazioni: la Champions League, due partecipazioni alla Coppa Spengler (di cui una vinta), e siamo sempre stati in corsa fino all’ultima giornata per i giochi checontano. Senza contare la giusta continuità ad un progetto per me ancora validissimo.
3. Questo bisognerebbe chiederlo a Paolo Duca. Hanno lavorato bene entrambi. Sono amici, se la intendono bene, pensano “in dialett” e hanno creato belle sinergie. Ma non saprei dire con certezza se siano imprescindibili uno dall'altro.
LUCA MOSSI - Teleticino
1. La società ha confermato la fiducia nel suo allenatore anche in un periodo come quello di ottobre-novembre, dove i biancoblù erano stati sconfitti 13 volte in 16 partite. È chiaro, l’obiettivo stagionale di entrare nei pre-playoff non è stato raggiunto e la media punti in campionato rimane simile a quella degli anni scorsi. È altresì vero che con Cereda, l’Ambrì ha conquistato la Spengler, un trofeo amichevole che però dà visibilità internazionale. Tuttavia cambiare allenatore significa correre un rischio
2. In queste 6 stagioni, l’Ambrì-Piotta ha fatto passi avanti, anche se è entrato una sola volta nei play-off. Si poteva fare di più? Forse. Ma le stagioni di Cereda sono state, in generale, positive per l’Ambrì-Piotta che ha trovato stabilità a livello di squadra, di gioco e di società (grazie anche alla nuova pista). Il merito non va tutto all’allenatore, ma nelle ultime due stagioni, gli obiettivi dell’Ambrì sono cambiati. Il pubblico poi non si accontenta più di una salvezza ma punta a qualcosa in più. Questa nuova autostima è arrivata anche grazie al lavoro di Cereda.
3. Per l’Ambrì, spero di no. Quest’anno, Paolo Duca ha fatto un grande lavoro costruendo una squadra interessante e portando in Leventina degli stranieri molto validi. La situazione dell’allenatore non dovrebbe essere troppo legata a quella del direttore sportivo perché si rischia di “prendere in ostaggio” la società. Nelle interviste, Cereda e Duca hanno sempre detto che ci sarebbe stato un futuro dell’Ambrì senza loro due e di volerlo preparare al meglio.
OMAR RAVANI - Blue Sport TV
1. È difficile rispondere ad una domanda con un netto sì o un netto no. Sarà compito della direzione leventinese decidere, anche perché il tempo non manca, visto che la stagione si è terminata con netto (troppo) anticipo. Si tratterà di mettere sui due piatti della bilancia tutti i pro e i contro, non solo sotto il punto di vista sportivo. I dubbi più grossi riguardano gli stimoli che Cereda può ancora trasmettere alla squadra dopo così tanti anni… 2.Bisogna fare un distinguo: Cereda è riuscito a dare un’identità precisa alla squadra, aspetto nel quale ha mostrato tutte le sue capacità. Ho l’impressione che l’HCAP non sia però riuscito a progredire e che la squadra marci sul posto da un paio di stagioni. E il famoso salto di qualità invocato da più parti, che permetta all’Ambrì finalmente di vivere e non più sopravvivere, si fa attendere. I tifosi e i finanziatori biancoblù sapranno ancora dare prova della loro leggendaria pazienza? È questo il vero nocciolo della questione.
3. Se c’è qualcuno fra i due che ha fatto il massimo con quello di cui dispone (leggi mezzi finanziari) questi è Paolo Duca. Guardiamo la stagione appena terminata: l’ex capitano ha “bucato” solo l’acquisto di Shore, gli altri “nuovi” hanno fatto il loro dovere. Avere riconfermato recentemente due pilastri come Juvonen e Virtanen è un colpaccio. No, Paolo deve restare, con o senza Cereda
LUCA MOSSI - Teleticino
1. La società ha confermato la fiducia nel suo allenatore anche in un periodo come quello di ottobre-novembre, dove i biancoblù erano stati sconfitti 13 volte in 16 partite. È chiaro, l’obiettivo stagionale di entrare nei pre-playoff non è stato raggiunto e la media punti in campionato rimane simile a quella degli anni scorsi. È altresì vero che con Cereda, l’Ambrì ha conquistato la Spengler, un trofeo amichevole che però dà visibilità internazionale. Tuttavia cambiare allenatore significa correre un rischio
2. In queste 6 stagioni, l’Ambrì-Piotta ha fatto passi avanti, anche se è entrato una sola volta nei play-off. Si poteva fare di più? Forse. Ma le stagioni di Cereda sono state, in generale, positive per l’Ambrì-Piotta che ha trovato stabilità a livello di squadra, di gioco e di società (grazie anche alla nuova pista). Il merito non va tutto all’allenatore, ma nelle ultime due stagioni, gli obiettivi dell’Ambrì sono cambiati. Il pubblico poi non si accontenta più di una salvezza ma punta a qualcosa in più. Questa nuova autostima è arrivata anche grazie al lavoro di Cereda.
3. Per l’Ambrì, spero di no. Quest’anno, Paolo Duca ha fatto un grande lavoro costruendo una squadra interessante e portando in Leventina degli stranieri molto validi. La situazione dell’allenatore non dovrebbe essere troppo legata a quella del direttore sportivo perché si rischia di “prendere in ostaggio” la società. Nelle interviste, Cereda e Duca hanno sempre detto che ci sarebbe stato un futuro dell’Ambrì senza loro due e di volerlo preparare al meglio.
OMAR RAVANI - Blue Sport TV
1. È difficile rispondere ad una domanda con un netto sì o un netto no. Sarà compito della direzione leventinese decidere, anche perché il tempo non manca, visto che la stagione si è terminata con netto (troppo) anticipo. Si tratterà di mettere sui due piatti della bilancia tutti i pro e i contro, non solo sotto il punto di vista sportivo. I dubbi più grossi riguardano gli stimoli che Cereda può ancora trasmettere alla squadra dopo così tanti anni… 2.Bisogna fare un distinguo: Cereda è riuscito a dare un’identità precisa alla squadra, aspetto nel quale ha mostrato tutte le sue capacità. Ho l’impressione che l’HCAP non sia però riuscito a progredire e che la squadra marci sul posto da un paio di stagioni. E il famoso salto di qualità invocato da più parti, che permetta all’Ambrì finalmente di vivere e non più sopravvivere, si fa attendere. I tifosi e i finanziatori biancoblù sapranno ancora dare prova della loro leggendaria pazienza? È questo il vero nocciolo della questione.
3. Se c’è qualcuno fra i due che ha fatto il massimo con quello di cui dispone (leggi mezzi finanziari) questi è Paolo Duca. Guardiamo la stagione appena terminata: l’ex capitano ha “bucato” solo l’acquisto di Shore, gli altri “nuovi” hanno fatto il loro dovere. Avere riconfermato recentemente due pilastri come Juvonen e Virtanen è un colpaccio. No, Paolo deve restare, con o senza Cereda